1. Home
  2. /
  3. Conoscere i Cambiamenti Climatici
  4. /
  5. Impatti, Vulnerabilità e Adattamenti:

Impatti e vulnerabilità

Adattamento

I cambiamenti climatici sono già in atto sul nostro territorio e, in assenza di politiche di mitigazione drastiche ed immediate, saranno destinati a proseguire: le temperature sono in aumento, l’andamento delle precipitazioni sta variando, i ghiacci e la neve si stanno fondendo e il livello del mare si sta innalzando. Gli eventi meteorologici e climatici estremi, con conseguenti impatti quali inondazioni e siccità, diventeranno più frequenti e intensi in molte regioni: gli impatti e la vulnerabilità dei sistemi naturali e dei settori socio-economici sono disomogenei sul territorio nazionale. Sebbene gli sforzi globali volti a ridurre le emissioni siano indispensabili (mitigazione), gli impatti dei cambiamenti climatici sono inevitabili e continueranno a produrre effetti nei prossimi decenni. Sono quindi necessarie azioni complementari di adattamento, a livello nazionale, regionale e locale, finalizzate a limitare la vulnerabilità dei sistemi esposti e rafforzarne la resilienza, prevenendo o riducendo quindi i rischi associati ai cambiamenti climatici.

Il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC) definisce la vulnerabilità di un sistema come “la propensione o la predisposizione a essere influenzati negativamente. Il termine comprende una varietà di concetti ed elementi, tra cui la sensibilità o suscettibilità al danno e la mancanza di capacità di far fronte e di adattarsi” (2022).

La resilienza, viceversa, viene definita come “la capacità dei sistemi sociali, economici ed ecologici interconnessi di far fronte a un evento pericoloso, tendenza o disturbo, rispondendo o riorganizzandosi in modi che mantengano la loro funzione, identità a struttura essenziali. La resilienza è un attributo positivo quando essa mantiene la capacità di adattamento, apprendimento e/o trasformazione” (2022).

Vulnerabilità e resilienza rappresentano, quindi, le due facce di una stessa medaglia: un sistema vulnerabile al cambiamento climatico avrà una scarsa resilienza e viceversa.

Secondo il recente approccio dell’IPCC il concetto di rischio associato al cambiamento climatico si basa sulle tre componenti fondamentali: pericolosità, esposizione e vulnerabilità. Si parla quindi di rischio se in un certo luogo ed in un certo momento un recettore vulnerabile, che può subire cioè le conseguenze innescate dal pericolo, viene esposto ad una fonte di pericolo.

Condizione necessaria per affrontare in maniera adeguata il tema dell’ adattamento al cambiamento climatico è l’identificazione e la valutazione degli impatti in corso e di quelli futuri.

Gli impatti dei cambiamenti climatici sono definiti dall’IPCC (2022) come “le conseguenze di rischi realizzati sui sistemi naturali e umani, dove i rischi risultano dall’interazione dei pericoli di natura climatica (inclusi eventi meteo-climatici estremi) con l’esposizione e la vulnerabilità. Gli impatti generalmente si riferiscono agli effetti sulle vite, sui mezzi di sostentamento, sulla salute e sul benessere, sugli ecosistemi e sulle specie, sulle risorse economiche, sociali e culturali, sui servizi (inclusi i servizi ecosistemici) e sulle infrastrutture. Gli impatti possono essere conseguenze o esiti, e possono essere avversi o benefici.[…]” e possono essere distinti in:

  • impatti potenziali: tutti gli impatti che possono verificarsi a seguito di un previsto cambiamento del clima, senza adattamento;
  • impatti residui: impatti che si verificherebbero dopo l’adattamento.

Gli impatti dei cambiamenti climatici possono essere diretti, quando cioè la forzante meteo-climatica agisce direttamente sulla matrice di impatto, come ad esempio l’impatto diretto dell’aumento della temperatura/variazione dei regimi di precipitazione nevosa sui ghiacciai, o indiretti, quando l’impatto è mediato da fattori non-climatici a loro volta conseguenza di fattori climatici, come ad esempio l’impatto indiretto dell’aumento della temperatura/variazione dei regimi di precipitazione sullo stato di conservazione degli habitat con conseguente perdita di specie endemiche. Nella maggior parte dei casi, almeno in contesti particolarmente vulnerabili come l’area mediterranea, gli impatti dei cambiamenti climatici sono negativi, sono causa cioè di un danno o una perdita, come ad esempio perdita della biodiversità, aumento della mortalità per ondate di calore oppure, in casi ben più rari, possono essere positivi, qualora forniscano delle opportunità, come ad esempio nuovi business per il settore industriale in materia di nuovi materiali da costruzione e isolamento.

Per lo studio e l’analisi degli impatti dei cambiamenti climatici in corso si utilizzano generalmente opportuni indicatori di impatto dei cambiamenti climatici che permettono di osservare l’andamento nel tempo di un determinato fenomeno e valutarne il trend.

L’evoluzione futura degli impatti dei cambiamenti climatici viene invece prevista attraverso l’utilizzo di opportuni modelli in grado di valutare e predire sia sul breve che sul lungo periodo le dinamiche dei sistemi naturali, dei servizi che essi forniscono e dei settori socio-economici sensibili alle variazioni climatiche.