Turismo

L’Italia rappresenta una delle destinazioni preferite dal turismo internazionale. Il turismo balneare genera la maggior parte delle presenze (31%). Seguono le città d’arte, con il 25% delle presenze, e il turismo montano (13% delle presenze). Questa situazione è però destinata a cambiare in conseguenza dei cambiamenti climatici destinati a colpire, in particolare, il turismo costiero estivo e quello invernale alpino e, in misura minore, il turismo nelle città d’arte/urbano e il turismo rurale.

Sono attesi effetti diretti ed indiretti: diretti perché lo svolgimento delle attività turistiche richiede sfavorevoli condizioni climatiche; indiretti perché le mutate condizioni delle destinazioni possono indirettamente diminuirne l’attrattività turistica.

Per quanto riguarda i primi è atteso uno spostamento dei flussi turistici verso maggiori latitudini e altitudini, mentre i turisti provenienti dai climi più temperati trascorreranno sempre più tempo nei loro Paesi d’origine. E’ probabile inoltre il verificarsi di uno spostamento anche a livello stagionale, con un aumento dell’afflusso di turisti verso le coste nei mesi in cui la temperatura dell’aria e dell’acqua non saranno troppo calde, quindi dai mesi caldi estivi, verso i mesi primaverili e autunnali. Sempre più turisti stranieri sceglieranno destinazioni meno calde delle nostre, mentre sempre più turisti italiani resteranno in Italia invece di fare le vacanze in luoghi ancora più caldi. Il saldo sarà negativo, anche perché parte dei turisti italiani contribuirà al flusso del turismo internazionale verso paesi meno caldi.

Il fenomeno non sarà uniforme, ma varierà a seconda della diversa popolarità internazionale delle varie località.

Per quanto riguarda gli impatti indiretti, l’aggravarsi dei fenomeni erosivi, e la conseguente scomparsa di aree costiere e d’infrastrutture rilevanti per le attività turistiche, la desertificazione/diminuzione delle risorse idriche (e maggior rischio di incendi), la crescente competizione tra usi energetici alternativi (con conseguenti maggiori costi per i servizi turistici), l’esplosione demografica di organismi quali alghe e meduse, che mal si conciliano con il turismo, e l’incremento dell’incidenza di eventi estremi, incideranno sui flussi turistici nelle aree più colpite.

Per quanto riguarda il turismo invernale, la vulnerabilità ai cambiamenti climatici si esprime in termini di risalita della Linea di Affidabilità della Neve (LAN), ovvero quell’altitudine che garantisce spessore e durata sufficienti dell’innevamento stagionale e quindi la praticabilità degli impianti sciistici. Con un aumento medio di +1 °C, ormai prossimo, la presenza di neve naturale sarebbe garantita per il 75% dei comprensori sciistici alpini. Con un aumento di 4 °C e LAN a 2.100 m, le stazioni sciistiche al di sopra della LAN si ridurrebbero a solo il 18% di quelle attualmente operative.