Il riscaldamento dell’atmosfera terrestre sta provocando e provocherà sempre più nel futuro modifiche del ciclo dell’acqua, con il rischio di significativi cambiamenti nella quantità e nella qualità della risorsa idrica.
La variazione dei valori medi ed estremi delle temperature e delle precipitazioni presenta, infatti, evidenti ricadute sull’umidità del suolo, sulle portate dei fiumi, sulla distribuzione superficiale dell’acqua, sulla ricarica delle falde acquifere. In Italia si potranno quindi aggravare condizioni già esistenti di forte pressione sulle risorse idriche, con conseguente riduzione della disponibilità di acqua, soprattutto in estate nelle regioni meridionali del paese e nelle piccole isole. La maggiore criticità consisterà quindi in una disomogenea disponibilità nel tempo e nello spazio della risorsa idrica ed una difficoltà nell’efficienza della sua gestione, in particolare per quanto riguarda i settori produttivi particolarmente idroesigenti (es. agricoltura, energia, turismo).
I cambiamenti climatici potranno inoltre provocare conseguenze più o meno dirette sulla qualità delle risorse idriche, alterandone i parametri fisici (es. temperatura, pH, torbidità, stratificazione termica) che chimici (es. concentrazione di nutrienti, sostanza organica, ossigeno disciolto, metalli pesanti), con effetti a cascata in termini biologici ed ecologici.