Incendi boschivi

Impatto indiretto dei cambiamenti climatici dovuto alle variazioni dei regimi termopluviometrici, all’incremento della ventosità e delle fulminazioni durante gli eventi estremi, oltre che all’alterazione delle condizioni ecologiche delle foreste (aridità e disseccamento, accumulo di biomassa morta, alterazione dell’umidità della lettiera e dei suoli, ecc.).

Si tratta di un impatto negativo, poiché gli incendi boschivi causano alterazione della composizione atmosferica per rilascio di CO2 e gas serra, alterazioni del ciclo dell’acqua e del carbonio, aumento di rischio idrogeologico e valanghe (per distruzione delle foreste di protezione), e un forte impatto su biodiversità e servizi ecosistemici.

I cambiamenti climatici possono influenzare gli incendi boschivi cambiandone il regime, favorendo maggiori velocità di propagazione e intensità, ma per provocarli è necessario l’innesco, che in genere è di origine antropica. Atri aspetti non climatici che influenzano il rischio di incendio sono la disponibilità di combustibile nei boschi e la diffusione di fitopatologie.

Foto: Rolando Rizzolo

L’indicatore presenta la serie storica di 52 anni (1970-2022) dell’andamento degli incendi forestali in Italia, attraverso i valori annui di superficie forestale percorsa dal fuoco e il numero di incendi.

I cambiamenti climatici possono influenzare gli incendi forestali aumentandone il rischio e la velocità di propagazione e cambiandone il regime. L’indicatore mostra l’incidenza degli incendi in termini di numero annuo e di superfici annualmente percorse dal fuoco.

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Anno Superficie percorsa dal fuoco (ha)  Numero di incendi
Boscata  Non boscata  Totale  Sup media
1970 68.170 23.006 91.176 13,86 6.579
1971 82.339 18.463 100.802 17,95 5.617
1972 19.314 7.989 27.303 11,58 2.358
1973 84.438 24.400 108.838 19,16 5.681
1974 66.035 36.909 102.944 20,36 5.055
1975 31.551 23.135 54.686 12,85 4.257
1976 30.735 20.056 50.791 11,40 4.457
1977 37.708 55.031 92.739 10,45 8.878
1978 43.331 84.246 127.577 11,54 11.052
1979 39.788 73.446 113.234 10,97 10.325
1980 45.838 98.081 143.919 12,03 11.963
1981 74.287 155.563 229.850 15,85 14.503
1982 48.832 81.624 130.456 13,65 9.557
1983 78.938 133.740 212.678 26,73 7.956
1984 31.077 44.195 75.272 8,87 8.482
1985 76.548 114.092 190.640 10,21 18.664
1986 26.795 59.625 86.420 9,20 9.398
1987 46.040 74.657 120.697 10,08 11.972
1988 60.109 126.296 186.405 13,72 13.588
1989 45.933 49.228 95.161 9,84 9.669
1990 98.410 96.909 195.319 13,49 14.477
1991 30.172 69.688 99.860 8,35 11.965
1992 44.522 61.170 105.692 7,22 14.641
1993 116.378 87.371 203.749 14,14 14.412
1994 47.099 89.235 136.334 11,77 11.588
1995 20.995 27.889 48.884 6,63 7.378
1996 20.329 37.659 57.988 6,38 9.093
1997 62.775 48.455 111.230 9,58 11.612
1998 73.017 82.536 155.553 16,31 9.540
1999 39.362 31.755 71.117 10,26 6.932
2000 58.234 56.414 114.648 13,34 8.595
2001 38.186 38.241 76.427 10,71 7.134
2002 20.218 20.573 40.791 8,87 4.601
2003 44.064 47.741 91.805 9,47 9.697
2004 20.866 39.310 60.176 9,36 6.428
2005 21.470 26.105 47.575 5,98 7.951
2006 16.422 23.524 39.946 7,08 5.643
2007 116.602 111.127 227.729 21,41 10.639
2008 30.273 36.055 66.328 10,23 6.486
2009 31.060 42.295 73.355 13,53 5.422
2010 19.357 27.180 46.537 9,53 4.884
2011 38.430 33.577 72.007 8,80 8.181
2012 74.532 56.267 130.799 15,81 8.274
2013 13.437 15.639 29.076 9,90 2.936
2014 17.320 18.805 36.125 11,09 3.257
2015 25.867 15.644 41.511 7,63 5.442
2016 31.970 33.533 65.503 11,26 5.818
2017 113.567 48.420 161.987 20,62 7.855
2018 8.805 10.676 19.481 6,05 3.220
2019 17.717 18.318 36.034 8,28 4.351
2020 31.060 24.596 55.656 11,44 4.865
2021 77.027 74.937 151.964 25,37 5.989
2022 35.467 36.227 71.694 10,90 6.529

 

L’esame complessivo della serie storica denota un andamento altalenante del fenomeno, con anni di picco e successive attenuazioni. Si può osservare un periodo notevolmente critico a metà degli anni `80, cui sono seguiti anni in cui il livello del fenomeno si è mantenuto sempre complessivamente elevato; a partire dal 2001 si è avuta nell’insieme una progressiva mitigazione con due anni di maggior impatto (2007 e 2012). 

Con riferimento agli ultimi anni, si è riscontrata una recrudescenza del fenomeno, culminata nel 2017, anno critico in termini di superficie percorsa da incendi e tra quelli con danni più gravi. Nell’anno successivo il numero di incendi è diminuito considerevolmente, passando da 7.855 eventi del 2017 a 3.220 nel 2018; anche la superficie percorsa da incendio si è ridotta (da 161.987 a 19.481 ettari). Dal 2019 al 2021 si è verificato però un nuovo trend di aumento per numero e superficie percorsa da incendio, arrivando a 5.989 eventi nel 2021 con incendi di vaste dimensioni, che hanno interessato una superficie complessiva di 151.964 ettari. Il 2022 ha segnato una diminuzione dell’area percorsa da incendio (71.694 ha)  e della superficie media degli eventi. 

I miglioramenti osservati in alcune annualità potrebbero essere imputabili anche ad una maggiore prevenzione e un miglior controllo del territorio, oltre che ad una maggiore tempestività nelle operazioni di intervento in caso di emergenza.

Contatti:

Stefania Ercole – ISPRA                                                                                                                                                                                        stefania.ercole@isprambiente.it

Valentina Rastelli – ISPRA                                                                                                                                                                                     valentina.rastelli@isprambiente.it

I cambiamenti climatici possono aumentare il rischio di incendio, la velocità di propagazione e le superfici interessate. 

Dal 1970 ad oggi in Italia si è avuto un andamento altalenante dell’impatto degli incendi boschivi, ma l’incidenza del fenomeno indica la necessità di innalzare i livelli di attenzione, controllo e prevenzione, anche perché circa la metà degli incendi registrati in Italia è di origine dolosa.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Corpo Forestale dello Stato (CFS), dal 2016 divenuto Comando Unità Tutela Forestale Ambientale Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri (CUTFAA).
  • Unità di misura: Ettaro (ha) e numero di incendi (n)
  • Copertura spaziale: Nazionale
  • Copertura temporale: 1970-2022
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

L’indicatore riporta le serie storiche dal 1970 al 2022 (tab. 1) e le elaborazioni grafiche da esse derivate del numero di incendi registrati annualmente (fig. 1) e delle superfici percorse dal fuoco, distinte in superfici boscate e superfici non boscate (fig. 2).

Numerosi studi scientifici accreditati presentano scenari climatici futuri caratterizzati da un incremento del potenziale di incendi boschivi connesso ai cambiamenti climatici. Secondo la Strategia Nazionale di Adattamento, i cambiamenti climatici determineranno una significativa alterazione del patrimonio forestale italiano, compromettendone la funzionalità e i servizi ecosistemici. L’incremento effettivo delle aree bruciate dipenderà però anche dalle attività di prevenzione e dall’approccio gestionale, e per questo la relazione di causa-effetto può essere parzialmente “mascherata” dai continui miglioramenti nella prevenzione e nel controllo del territorio. In uno scenario di clima più caldo, con aumento di siccità, ondate di calore e periodi secchi, sono prevedibili incendi forestali più estesi e frequenti, un’espansione dell’area a rischio di incendio e una stagione di rischio più lunga in tutta Europa, con fenomeni più marcati proprio nell’area Mediterranea.