Incendi boschivi

Impatto indiretto dei cambiamenti climatici dovuto alle variazioni dei regimi termopluviometrici, all’incremento della ventosità e delle fulminazioni durante gli eventi estremi, oltre che all’alterazione delle condizioni ecologiche delle foreste (aridità e disseccamento, accumulo di biomassa morta, alterazione dell’umidità della lettiera e dei suoli, ecc.).

Si tratta di un impatto negativo, poiché gli incendi boschivi causano alterazione della composizione atmosferica per rilascio di CO2 e gas serra, alterazioni del ciclo dell’acqua e del carbonio, aumento di rischio idrogeologico e valanghe (per distruzione delle foreste di protezione), e un forte impatto su biodiversità e servizi ecosistemici.

I cambiamenti climatici possono influenzare gli incendi boschivi cambiandone il regime, favorendo maggiori velocità di propagazione e intensità, ma per provocarli è necessario l’innesco, che in genere è di origine antropica. Atri aspetti non climatici che influenzano il rischio di incendio sono la disponibilità di combustibile nei boschi e la diffusione di fitopatologie.

Foto: Rolando Rizzolo

L’indicatore presenta la serie storica (1970-2018) dell’andamento degli incendi forestali in Italia, attraverso i valori annui di superficie forestale percorsa dal fuoco e il numero di incendi.

I cambiamenti climatici possono influenzare gli incendi forestali aumentandone il rischio e la velocità di propagazione e cambiandone il regime. L’indicatore mostra l’incidenza degli incendi in termini di numero annuo e di superfici annualmente percorse dal fuoco.

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Tabella 1: Superficie percorsa dal fuoco e numero di incendi boschivi

Anno

Superficie percorsa dal fuoco

Incendi

Boscata

Non boscata

Totale

Media

ha

ha/n.

n.

1970

68,170

23,006

91,176

13.86

6,579

1971

82,339

18,463

100,802

17.95

5,617

1972

19,314

7,989

27,303

11.58

2,358

1973

84,438

24,400

108,838

19.16

5,681

1974

66,035

36,909

102,944

20.36

5,055

1975

31,551

23,135

54,686

12.85

4,257

1976

30,735

20,056

50,791

11.40

4,457

1977

37,708

55,031

92,739

10.45

8,878

1978

43,331

84,246

127,577

11.54

11,052

1979

39,788

73,446

113,234

10.97

10,325

1980

45,838

98,081

143,919

12.03

11,963

1981

74,287

155,563

229,850

15.85

14,503

1982

48,832

81,624

130,456

13.65

9,557

1983

78,938

133,740

212,678

26.73

7,956

1984

31,077

44,195

75,272

8.87

8,482

1985

76,548

114,092

190,640

10.21

18,664

1986

26,795

59,625

86,420

9.20

9,398

1987

46,040

74,657

120,697

10.08

11,972

1988

60,109

126,296

186,405

13.72

13,588

1989

45,933

49,228

95,161

9.84

9,669

1990

98,410

96,909

195,319

13.49

14,477

1991

30,172

69,688

99,860

8.35

11,965

1992

44,522

61,170

105,692

7.22

14,641

1993

116,378

87,371

203,749

14.14

14,412

1994

47,099

89,235

136,334

11.77

11,588

1995

20,995

27,889

48,884

6.63

7,378

1996

20,329

37,659

57,988

6.38

9,093

1997

62,775

48,455

111,230

9.58

11,612

1998

73,017

82,536

155,553

16.31

9,540

1999

39,362

31,755

71,117

10.26

6,932

2000

58,234

56,414

114,648

13.34

8,595

2001

38,186

38,241

76,427

10.71

7,134

2002

20,218

20,573

40,791

8.87

4,601

2003

44,064

47,741

91,805

9.47

9,697

2004

20,866

39,310

60,176

9.36

6,428

2005

21,470

26,105

47,575

5.98

7,951

2006

16,422

23,524

39,946

7.08

5,643

2007

116,602

111,127

227,729

21.41

10,639

2008

30,273

36,055

66,328

10.23

6,486

2009

31,060

42,295

73,355

13.53

5,422

2010

19,357

27,180

46,537

9.53

4,884

2011

38,430

33,577

72,007

8.80

8,181

2012

74,532

56,267

130,799

15.81

8,274

2013

13,437

15,639

29,076

9.90

2,936

2014

17,320

18,805

36,125

11.09

3,257

2015

25,867

15,644

41,511

7.63

5,442

2016

31,970

33,533

65,503

11.26

5,818

2017

113,567

48,417

161,984

20.62

7,855

2018

8,805

10,676

19,481

6.05

3,220

Fonti: CFS (Corpo Forestale dello Stato); dal 2016 CUTFAA (Comando Unità Tutela Forestale Ambientale Agroalimentare) dell’Arma dei Carabinieri

 

L’esame complessivo della serie storica denota un andamento altalenante del fenomeno, con anni di picco e successive attenuazioni. Si può osservare un periodo notevolmente critico a metà degli anni `80, cui sono seguiti anni in cui il livello del fenomeno si è mantenuto sempre complessivamente elevato; a partire dal 2001 si è avuta nell’insieme una progressiva mitigazione con due anni di maggior impatto (2007 e 2012). Con riferimento agli ultimi anni, si è riscontrata una recrudescenza del fenomeno, culminata nel 2017 che può essere considerato un “annus horribilis” per gli incendi. Nel 2018 sembra registrarsi una attenuazione sia rispetto alle annate precedenti, che in termini medi. I miglioramenti osservati in alcune annualità potrebbero essere imputabili anche ad una maggiore prevenzione e un miglior controllo del territorio, oltre che ad una maggiore tempestività nelle operazioni di intervento in caso di emergenza.

Contatti:

Stefania Ercole – ISPRA                                                                                                                                                                                        stefania.ercole@isprambiente.it

Valentina Rastelli – ISPRA                                                                                                                                                                                     valentina.rastelli@isprambiente.it

Una elevata percentuale di incendi in Italia è di origine dolosa (ca. il 50% nel 2018); i cambiamenti climatici possono aumentarne il rischio di incendio, la velocità di propagazione e le superfici interessate.

Dal 1970 ad oggi si è avuto un andamento altalenante  dell’impatto degli incendi boschivi, ma l’incidenza che il fenomeno sta assumendo in altri continenti indica la necessità di innalzare i livelli di attenzione, controllo e prevenzione.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Corpo Forestale dello Stato (CFS), dal 2016 divenuto Comando Unità Tutela Forestale Ambientale Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri (CUTFAA).
  • Unità di misura: Ettaro (ha) e numero di incendi (n)
  • Copertura spaziale: Nazionale
  • Copertura temporale: 1970-2018
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

L’indicatore riporta le serie storiche dal 1970 al 2018 (tab. 1) e le elaborazioni grafiche da esse derivate del numero di incendi registrati annualmente (fig. 1) e delle superfici percorse dal fuoco, distinte in superfici boscate e superfici non boscate (fig. 2).

Numerosi studi scientifici accreditati presentano scenari climatici futuri caratterizzati da un incremento del potenziale di incendi boschivi connesso ai cambiamenti climatici. Secondo la Strategia Nazionale di Adattamento, i cambiamenti climatici determineranno una significativa alterazione del patrimonio forestale italiano, compromettendone la funzionalità e i servizi ecosistemici. L’incremento effettivo delle aree bruciate dipenderà però anche dalle attività di prevenzione e dall’approccio gestionale, e per questo la relazione di causa-effetto può essere parzialmente “mascherata” dai continui miglioramenti nella prevenzione e nel controllo del territorio. In uno scenario di clima più caldo, con aumento di siccità, ondate di calore e periodi secchi, sono prevedibili incendi forestali più estesi e frequenti, un’espansione dell’area a rischio di incendio e una stagione di rischio più lunga in tutta Europa, con fenomeni più marcati proprio nell’area Mediterranea.