LIFE VAIA

La tempesta Vaia (26-29 ottobre 2018) ha devastato una vasta area delle Alpi Centro-Orientali, distruggendo oltre 40.000 ettari di boschi. Per i proprietari forestali ciò ha rappresentato un grande danno economico, compromettendo per decenni le entrate derivabili dalle proprietà forestali.
Il progetto LIFE VAIA (acronimo di Valuing Afforestation of damaged woods with Innovative Agroforestry – Valorizzare l’imboschimento dei boschi danneggiati con l’Agroforestazione Innovativa) si concentra sull’adattamento delle aree forestali ad eventi meteorologici estremi implementando concetti di agro-forestazione innovativi.
L’approccio innovativo si basa su misure agroforestali “temporanee” (15/20 anni) fino alla crescita degli alberi forestali, e finalizzate alla preservazione dell’ecosistema, tutela della biodiversità e sviluppo di filiere produttive in particolare nell’ambito della apicoltura e dei piccoli frutti per la trasformazione. Si tratta di un innovativo sistema agroforestale silvo-arabile che consiste nella realizzazione su limitate superfici di terreno forestale (poche migliaia di metri quadrati) di “orti forestali” in cui vengono coltivate temporaneamente (10-15 anni) varie specie erbacee ed arbustive di elevato valore commerciale (piccoli frutti, piante alimurgiche ed officinali), in grado di garantire un reddito alternativo alle colture forestali. Gli orti forestali sono recintati, dotati di riserve idriche e di un sistema automatico di fertirrigazione alimentato da energia solare.
L’obiettivo principale del progetto è puntare a sviluppare e valorizzare i prodotti e i servizi sostenibili nelle aree boschive distrutte da eventi catastrofici, aumentando così la resilienza ecologica, economica e sociale degli ecosistemi forestali al fine di affrontare i cambiamenti climatici. Il progetto, della durata di cinque anni, con un budget di quasi 6 milioni di euro, vede quale soggetto capofila l’Azienda Rigoni di Asiago e altri dieci partner: Veneto Agricoltura; Università di Padova-Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF); Fondazione Edmund Mach (Tn); Comune di Asiago; Comune di Gallio; Association Française d’Agroforesterie (Francia); World Biodiversity Association (WBA); Fiera Longarone Dolomiti; Università di Santiago di Compostela (Spagna) e Venetian Cluster. Francia, Spagna, Italia (Veneto e Trentino-Alto Adige) accolgono i 16 siti pilota di un’operazione che può, in estrema sintesi, ricostruire, nelle aree colpite da disastri naturali o artificiali, il manto forestale con specie e varietà vegetali più adatte al clima di oggi e a quello futuro.
Gli orti forestali garantiscono un’importante entrata alternativa per i proprietari forestali. Contemporaneamente alla coltivazione degli orti viene promossa una rigenerazione della copertura forestale che alla fine ingloberà anche la superficie degli orti. All’interno degli orti infine vengono collocati apiari che permettono di valorizzare la ricca flora di interesse apistico che si sviluppa dopo i grandi disturbi forestali.
Il progetto LIFE VAIA rappresenta un’importante opportunità per riparare i danni subiti dalla tempesta VAIA di fine 2018 e un esempio trasferibile nei Paesi dell’Unione Europea. LIFE VAIA è un’occasione più unica che rara per confrontarsi anche fuori dai nostri confini e trovare soluzioni biocompatibili e a impatto zero per restituire alla natura quello che un evento meteorologico devastante ha eliminato. Il progetto coinvolgerà tutti i partner fino al 2026.

Settore Foreste
Impatto su cui agisce l’azione settoriale Incremento danni a componenti ambientali e salute umana a seguito di incidenti dovuti ad eventi meteorologici estremi
Tipologia di azione Green
Parole chiave Adattamento ai cambiamenti climatici, riforestazione, partenariato pubblico-privato, coltivazione temporanea in foresta, recupero foreste degradate o danneggiate, orti forestali
Ambito di applicazione Comune
Localizzazione Asiago (VI), Gallio (VI), Tambre (BL), Baselga di Pinè (TN). Liposthey (Lande, Nuova-Aquitania, Francia), Quiroga (Lugo, Galizia, Spagna).
Data di avvio 15/07/2021
Data di fine 30/09/2026

I siti pilota sono stati piantumati nel corso del 2023, in alcuni casi si continueranno a piantare sia le coltivazioni che gli alberi forestali nel corso del 2024 e fino al 2026 per ripristinare eventuali fallanze o danni alla vegetazione. I risultati verranno valutati tramite monitoraggio della produzione, dell’accrescimento delle piante forestali e della biodiversità.

A preventivo i benefici superano i costi per un periodo minimo di coltivazione di almeno 12 anni (conti realizzati su mirtillo selvatico), includendo anche il calcolo dei servizi ecosistemici si riduce il tempo di ritorno dell’investimento. Si verificheranno poi a consuntivo i valori dei costi sostenuti e delle produzioni, oltre al monitoraggio e alla quantificazione dei servizi ecosistemici.

Lo schema di intervento prevede un soggetto (pubblico o privato) che utilizza una superficie forestale (di solito pubblica) danneggiata da eventi catastrofici (vento, incendio) per un limitato periodo di tempo (15-20 anni) per inserirvi attività produttive sostenibili e migliorative per gli ecosistemi (coltivazione di piante selvatiche autoctone, apicoltura con impollinazione) e, in cambio, provvede alla riforestazione e al miglioramento della biodiversità dell’area (ad es. tramite creazione di pozze d’acqua, riforestazione con una maggiore varietà di specie e strutture disetanee e a mosaico, ecc.). Alla fine del periodo di coltivazione il bosco ritorna a coprire l’intera superficie, con una struttura migliorata rispetto al soprassuolo preesistente e una velocità maggiore rispetto alla rinnovazione naturale. 

Gli aspetti più critici sono le autorizzazioni, in particolare per le recinzioni necessarie a proteggere le colture temporanee, la localizzazione su superfici forestali rende più delicata  la valutazione da parte delle autorità competenti, ma considerando i benefici, sia economici che ambientali, le stesse autorità sono favorevoli all’intervento. 

Il modello è trasferibile in qualsiasi area forestale devastata da eventi estremi, o comuqnue da riforestare, in cui un’azienda privata può coltivare temporaneamente specie autoctone e adeguate all’ecosistema considerato, in cambio di una riforestazione migliorativa, con una maggiore biodiversità e resilienza ai cambiamenti climatici. Gli interventi vanno regolati con norme chiare relativamente alle specie da immettere e alle modalità di gestione dei siti.

Rigoni di Asiago, Agenzia Veneta per il Settore Primario (Veneto Agricoltura); Università di Padova-Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF); Fondazione Edmund Mach (TN); Comune di Asiago (VI); Comune di Gallio (VI); Association Française d’Agroforesterie (Francia); World Biodiversity Association (WBA); Fiera Longarone Dolomiti; Università di Santiago di Compostela (Spagna); Venetian Cluster

Promotore: Rigoni di Asiago e Venetian Cluster
Referente:

  • E-mail: Maurizio Malè – maurizio.male@venetiancluster.eu
  • Telefono: 349-0751803

Sito Web: www.lifevaia.eu