Cascina Falchera (Torino): modello sostenibile di agricoltura periurbana – CoFarm4Cities

Il Comune di Torino e consorzio Kairos lavorano insieme per trasformare Cascina Falchera (di proprietà della Città e in concessione a Kairos per 20 anni) in una cascina sociale periurbana che offra ai/lle cittadin* del quartiere Falchera e dei territori limitrofi una molteplicità di servizi; un esempio di polifunzionalità e circolarità che tiene in considerazione le sfide del cambiamento climatico e risponde al problema dell’espansione urbana integrando l’agricoltura urbana in un modello sociale, economico ed ambientale sostenibile.
L’azione pilota del progetto europeo Interreg Central Europe CoFarm4Cities CE0100253 ha permesso di realizzare nuovi orti urbani comunitari (circa 17 mila mq) per cittadin*, associazioni e gruppi (inaugurazione 10 novembre 2024).
L’Università di Torino DISAFA e UpToFarm srl accompagnano il percorso e partecipano alle diverse azioni di analisi e coinvolgimento degli attori locali e della cittadinanza, in un processo decisionale partecipativo e multi attore che presta particolare attenzione all’inclusione sociale, il sostegno alla biodiversità e l’integrazione dei principi di economia circolare.
L’intento è trasformare il sito in un esempio trainante di trasformazione del quartiere Falchera, offrendo opportunità sostenibili ed educative di socialità, sostegno ambientale e nuove traiettorie economiche in ottica circolare (es. compostaggio, utilizzo prodotti coltivati nelle cucine, opportunità lavorative e attività formative).
L’obiettivo del progetto CoFarm4Cities è infatti lo sviluppo di un modello sostenibile e replicabile di agricoltura periurbana in contrasto all’espansione urbana incontrollata. Un sistema virtuoso capace di convogliare verso sistemi alimentari, ambientali e sociali più sostenibili.
Cinque città europee Torino, Ljubljana, Zagreb, Óbuda-Békásmegyer, Krakow, più alcuni partner locali) stanno progettando un modello europeo, adattabile e replicabile, di agricoltura urbana capace di preservare e favorire la biodiversità, la fertilità dei terreni, la circolarità del sistema alimentare, l’inclusione sociale.
Un modello capace di mostrare nella pratica le molte opportunità e interazioni delle pratiche agricole sostenibili urbane e le numerose ricadute positive in ambito economico, educativo e culturale; una preziosa opportunità da cogliere di fronte all’urgenza delle sfide del cambiamento climatico.

Settore Agricoltura e produzione alimentare
Impatto su cui agisce l’azione settoriale Variazione della produttività agricola
Tipologia di azione Green
Parole chiave Agricoltura periurbana comunitaria
Ambito di applicazione Comune
Localizzazione Comune di Torino – Cascina Falchera, strada di Cuorgné 109
Data di avvio 01/06/2023
Data di fine 31/03/2026

 

Realizzazione di 49 orti da 50 mq, 14 orti da 75 mq, 7 orti da 100 mq, e 6 orti da 150 mq, favorendo l’autoproduzione locale e una maggiore consapevolezza degli impatti dell’agricoltura sul clima e viceversa, grazie all’affiancamento professionale garantito a a coloro i quali prendono in affidamento un lotto.
Attività di sensibilizzazione, educazione e scambio: 3 workshop locali, alcuni dei quali in occasione di eventi pubblici, rivolti a famiglie e cittadinanza e 1 workshop rivolto a soggetti esperti o che svolgono pratiche agricole urbane per il co design dei futuri orti. Inoltre, 3 incontri riservati ai decisori politici, dal livello locale fino al nazionale 2 di persona e 1 ibrido) per individuare opportunità, sfide, replicabilità e sinergie.
Scambi locali (es. invito a presentare il caso studio al seminario su politiche del cibo a Settimo Torinese e all’Infoday Interreg a Torino) e internazionali, promozione all’interno di reti europee (es. caso studio nei webinar della rete “PlanningMatters” coordinata da Perspective Brussels). Coinvolgimento di 4 municipalità vicine in ottica di “follower cities”.
Tali percorsi hanno permesso lo scambio di pratiche e competenze per l’utilizzo di pratiche di agricoltura urbana e periurbana adattate alle sfide del cambiamento climatiche ma anche rispettose e consapevoli dei loro possibili impatti. Ad esempio, l’impianto di irrigazione a goccia e l’utilizzo di servizi in comune per la riduzione degli sprechi, un percorso verso l’approvigionamento di sementi resilienti e locali. Inoltre, lo svolgimento delle attività nel rispetto e a tutela della biodiversità, attraverso il monitoraggio messo in atto da Università di Torino. In particolare, si stanno mettendo a confronto diverse iniziative di monitoraggio legate a progetti svolti a Cascina Falchera per meglio comprendere e favorire l’impatto delle attività agricole urbane sugli impollinatori e come queste possano contribuire positivamente e non peggiorare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla biodiversità urbana.

Il progetto è ancora in via di sviluppo ma ha portato già a diverse sinergie e molta visibilità al contesto di Cascina Falchera, fortemente voluto da Città di Torino.
Inoltre, ha permesso di coinvolgere numerosi attori chiave, locali e non, attivi su temi affini, aumentando le opportunità future per nuovi progetti e collaborazioni.
Ha promosso il dibattito e la conoscenza delle pratiche urbane agricole e delle opportunità delle cascine urbane e periurbane. Attorno ai nuovi orti comunitari di Cascina Falchera, si sta creando una nuova comunità, attraendo l’interesse di molti giovani e persone che in precedenza non avevano mai intrapreso attività agricole e manuali. Al momento, 33 dei lotti sono affittati: la fascia di età degli ortolani è relativamente bassa e conferma un nuovo interesse per l’orticoltura urbana. Indicativamente, la maggior parte degli affittuari più giovani (famiglie, coppie senza figli e 2/3 individui singoli) vanno dai 25 ai 35 anni. Circa 4 dei nuovi ortolani sono nella fascia 5060 (soprattutto lavoratori). Quasi tutti arrivano da contesti estranei al contesto agricolo.
I sondaggi e la consultazione di diversi soggetti hanno permesso lo sviluppo di un modello che si integra al contesto e alle necessità locali, allineandosi e inspirando politiche e strategie locali.
Sebbene sia un processo in divenire, mostra quindi già dei benefici concreti e la prospettiva di altre iniziative, collegate o affini, per promuovere e coinvolgere diverse fasce di cittadinanza e di portatori d’interesse.

Creazione di partnership con Università di Torino UniTO DISAFA per la promozione dell’informazione, la partecipazione degli stakeholder e le attività di formazione. In particolare, sono stati realizzati 4 workshop locali dedicati a temi e profili differenti: codesign dei lotti con esperti e persone già attive sull’agricoltura urbana, attività di sensibilizzazione ed educazione sulla biodiversità e le diete sostenibili ed equilibrate rivolte a famiglie, bambin* e fruitori/trici di Cascina Falchera. Gli esperti DISAFA stanno inoltre effettuando un monitoraggio sulla biodiversità in Cascina e negli orti.
Tra dicembre 2024 e gennaio 2025, una serie di incontri con decisori politici ed esperti, partendo dal livello locale fino ad arrivare a quello nazionale, stanno permettendo la promozione del progetto, la creazione di sinergie e la creazione di interesse per le tematiche affrontate. Tali incontri sono stati guidati da UniTO DISAFA insieme a Città di Torino e Kairos.
Gli eventi pubblici di Cascina Falchera sono stati sfruttati per promuovere i temi del progetto e le nuove opportunità degli orti urbani. Campagne informative e sondaggi per il quartiere Falchera e online sono inoltre state organizzate da Kairos insieme a Città di Torino.
L’integrazione con le politiche locali e regionali hanno dato al progetto pilota un quadro di valori.
Kairos si è avvalsa di supporto tecnico di esperti esterni, agropastori e agricoltori per la preparazione del terreno, e di un geologo ingegnere per il controllo e l’utilizzo dell’acqua e la lottizzazione. Inoltre, agronomi per tecniche di circolarità e autoproduzione locale.
UniTO DISAFA ha anche svolto accompagnamento tecnico.
Sono state realizzate le seguenti infrastrutture e opere: impianto di irrigazione a goccia (sistema secondario), recinzione interna della lottizzazione, recinzione esterna, ponte toracico (ingresso principale).
In via di realizzazione: tettoie comuni e per deposito attrezzi, servizi igienici (sono comunque disponibili quelli di Cascina Falchera).
Con l’intento di creare una comunità educante attorno ai nuovi orti urbani, è stata introdotta una nuova figura professionale, la “gardeniser”: un’esperta di pratiche agricole capace al contempo di formare e accompagnare coloro i quali prenderanno in cura gli orti, nutrendo quindi anche l’aspetto sociale e ricreativo offerto dalle pratiche agricole comunitarie urbane.
I primi lotti sono stati assegnati e consegnati il 10 novembre 2024, durante un evento di inaugurazione Seguiranno altre campagne di promozione e una serie di attività formative rivolte ai futuri ortisti.

Costi supplementari non inizialmente previsti per gli interventi pratici e legati a infrastrutture e lavori sostanziali. È necessario prevedere cofinanziamento con altri fondi e adattarsi a tempistiche e implementazione che possono essere diverse da quelle inizialmente programmate.
Tempistiche da rivedere a causa di quanto sopra e delle condizioni climatiche.
Poter garantire inizialmente sia la quota finanziata (erogazione a distanza di almeno 5 mesi dalla rendicontazione) sia la quota di cofinanziamento che sarà poi assicurata dal Fondo di Rotazione (erogazione a distanza di 1 anno e 6 mesi).

La realizzazione del nostro pilot è stata fortemente caratterizzata dall’approccio partecipativo su più livelli.
Il percorso di coinvolgimento e consultazione degli attori chiave del territorio e della cittadinanza si è rivelato fondamentale per comprendere davvero i bisogni e le opportunità future, richiedendo sì un margine di adattabilità al progetto ma aprendo anche al potenziale interesse, da parte di altri territori e soggetti, a sviluppare esperienze affini.
Tale percorso si è rivelato imprescindibile anche per la sostenibilità di lungo periodo, ovvero oltre il finanziamento europeo, del progetto e la creazione di un business plan.
Il mix di attività formative e di scambio trasversale sono un elemento auspicabile per agevolare l’attuazione di esperienze simili presso altri soggetti interessati. Ad esempio, il regolamento degli orti urbani è stato realizzato dopo un confronto con altre realtà territoriali che già si occupano di agricoltura urbana, oltre allo scambio con i partner di progetto e altri soggetti interessati.
Un ulteriore elemento trasferibile è integrare un’azione dal budget limitato dentro un sistema più ampio e multifunzionale, per massimizzare visibilità e opportunità, in ottica incrementale di integrazione e sviluppo. È fondamentale avere visione chiara e condivisa sul futuro del progetto pilota, che accompagni il progetto durante la sua realizzazione e che si integri con il contesto locale e le traiettorie di sviluppo urbano sostenibile.
L’accompagnamento di un partner locale quale l’Università di Torino DISAFA è un’ulteriore componente da replicare; ha permesso da una parte di sensibilizzare ed educare la cittadinanza, dall’altra di avere lungo tutto il percorso forti competenze tecniche e la capacità di agevolare il dialogo con i soggetti chiave del territorio, dai decisori politici, all’associazionismo, fino a professionist* ed espert*.
La figura della “gardeniser”, ovvero un’esperta di pratiche agricole dalle spiccate soft skills, per creare una vera comunità educante, si è rivelata imprescindibile.
Attorno al pilota, si sta quindi creando un gruppo variegato che apprende e mette in atto competenze e azioni a tutela e a protezione della biodiversità urbana tramite l’agricoltura (peri)urbana. Questa, infatti, può diventare esemplare nel favorire la convivenza e un maggior equilibrio tra uomo e natura in ambienti urbani, riducendo il consumo di suolo, favorendo l’approvvigionamento locale, promuovendo pratiche agricole rispettose dell’ambiente e consapevoli delle sfide del cambiamento climatico.
A livello di consorzio, sono state garantite numerose opportunità di confronto e un programma “peer to peer” che ha accompagnato Città di Torino e Kairos nello sviluppo del proprio pilota, guidando al contempo i partner nell’implementazione delle proprie azioni pilota.
Negli ultimi anni, la Città di Torino ha posto grande attenzione al tema dell’agricoltura urbana, in quanto punto chiave per educare e meglio utilizzare le risorse locali, adattando l’ambiente urbano ai cambiamenti climatici grazie anche alla diffusione di stili di vita e di consumo maggiormente responsabili e a decisioni guidate da evidenza scientifica. Inoltre, l’esperienza di CoFarm4Cities risponde alla sempre maggiore richiesta di spazi verdi di socialità, accomapagnata negli ultimi anni dallo sviluppo di un sistema integrato e condiviso di orti urbani e di pratiche sostenibili.

Consorzio Kairos, Unito DISAFA

Promotore: Città di Torino
Referente: Laura Ribotta

E-mail: laura.ribotta@comune.torino.it

Sito Web: https://www.interreg-central.eu/projects/cofarm4cities/?tab=news