1. Home
  2. /
  3. Dati e Indicatori
  4. /
  5. Indicatori di impatto dei cambiamenti climatici
  6. /
  7. Salinità superficiale del mare Regione Liguria

Salinità superficiale del mare

Le variazioni di precipitazioni e apporti di acqua dolce impattano direttamente sulla salinità del mare; mentre saranno da verificare gli effetti a lungo termine dell’aumento di temperatura su aree a scarso battente.

Il cambiamento globale impatta sull’ambiente marino attraverso l’aumento delle temperature superficiali e la stratificazione più marcata e profonda delle masse d’acqua con mortalità massive di organismi bentonici, minor connessione fra ambienti profondi e costieri e alterazione di: cicli biogeochimici (cambiamenti nel metabolismo microbico); distribuzione/impatti dei contaminanti; fenologia di specie animali e vegetali (aumento della vulnerabilità e dei tassi di estinzione); reti trofiche (processi di produzione/consumo); struttura e distribuzione di comunità planctoniche e bentoniche. Ciò porta a una crescita della componente microbica (aumento dei fenomeni epidemiologici) e a un possibile ingresso di specie non indigene.

Le alterazioni delle componenti climatiche possono generare modifiche delle precipitazioni e dei deflussi fluviali con conseguenti variazioni della salinità superficiale dei mari, incidendo sull’ubicazione dell’habitat di diverse specie.

Foto: Denis Guiatti (ARPA FVG)

L’elaborazione effettuata evidenzia i valori medi annuali e il trend di variazione annuo dell’indicatore per valutare l’alterazione delle caratteristiche e dei processi chimico-fisici (evaporazione, apporto acque dolci).

I valori medi di salinità disponibili dal 2002 al 2018 sono compresi in un range tra 35 e 38.5 psu (Fig. 1). Si notano alcuni valori minimi nei  mesi di febbraio, maggio e novembre corrispondenti rispettivamente agli anni 2014, 2004 e 2002. Data la numerosità della serie storica dei valori di salinità a disposizione e il loro andamento, al momento non è possibile ottenere un trend definito.

Contatti:

Veronica Parodi – ARPAL                                                                                                                                                                                                               veronica.parodi@arpal.liguria.it                                                                                                                                   mare.metropolitano@arpal.liguria.it

I valori di salinità superficiale si attestano in un range compreso fra tra 35 e 38.5 psu (Practical Salinity Units). Nella serie storica a disposizione si riscontra una certa variabilità stagionale in funzione della variazione degli apporti fluviali, tuttavia al momento non è possibile desumere un trend.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Dati disponibili sul Sistema Informativo Regionale Ambiente Ligure (Qualità delle acque marine).
  • Unità di misura: Psu (Practical Salinity Units), corrispondente al rapporto tra la conduttività di un campione di acqua di mare e quella di una soluzione standard di KCl formata da 32,4356 grammi di sale disciolti in 1 kg di soluzione a 15 °C. I rapporti sono adimensionali e 35 psu equivalgono a 35 grammi di sale per chilogrammo di soluzione (Unesco 1985).
  • Copertura spaziale: Regionale
  • Copertura temporale: 2002-2018
  • Periodicità di aggiornamento: L’indicatore può essere aggiornato con cadenza minima bimestrale.

I dati di salinità provengono dalle misure effettuate con sonda multi parametrica lungo la colonna d’acqua, a partire dalla superficie sino al fondo, in 76 stazioni poste lungo la costa ligure dal 2002 al 2018. I dati sono estrapolati dal software sonda ed elaborati per ottenere un valore di salinità ogni metro di colonna d’acqua. Il trattamento dei dati è stato effettuato tramite strumenti pivot di Excel. Sono stati mediati i valori di salinità superficiale rilevati nei vari punti di campionamento nei diversi mesi di ciascun anno, ottenendo un valore medio per anno e per mese.

I cambiamenti indotti dal riscaldamento globale in atto possono avere importanti conseguenze dirette/indirette sugli ecosistemi marini e sulla vita umana. Allo stato attuale è evidente che diversi ecosistemi si stanno degradando e stanno perdendo la loro capacità di produzione sia di beni che di servizi. Poiché il 61% dei servizi ecosistemici deriva dagli ecosistemi costieri (gli ecosistemi profondi, nonostante la loro estensione, sono ancora esclusi dalla stima complessiva di beni e servizi forniti dagli ecosistemi marini), è necessaria un’azione immediata per preservare il loro sviluppo e il loro uso sostenibile.