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Livello delle falde acquifere
La riduzione e il cambiamento di regime delle precipitazioni può determinare una diminuzione dell’infiltrazione delle acque nel sottosuolo, con conseguente riduzione della ricarica delle falde; inoltre può indurre un aumento del loro sfruttamento per diversi usi, in particolare quello irriguo. Anche il consumo di suolo e i processi antropici che ne riducono la permeabilità, influiscono sulla capacità dei terreni di assorbire acqua e quindi di ricaricare le falde.
La variazione della ricarica può modificare i rapporti falda-fiume provocando riduzione di alimentazione in alveo o spostamento degli spartiacque sotterranei. La riduzione della ricarica assieme al sovrasfruttamento degli acquiferi può portare ad intaccare le riserve idriche che sono risorse non rinnovabili. Questo può compromettere la qualità e la disponibilità di acqua per le generazioni future.
Le precipitazioni e la temperatura sono i principali fattori che governano il ciclo idrologico, le cui variazioni hanno effetti sulle sue componenti, tra cui la ricarica delle falde; la sua riduzione è una diretta conseguenza della riduzione delle precipitazioni o della modifica del loro regime.
Foto: Francesco La Vigna (ISPRA)
Il livello delle falde acquifere si definisce statico quando viene misurato senza perturbazioni indotte e rappresenta la quota della falda che corrisponde ad una superficie fisica per una falda libera e ad una potenziale per le falde confinate. Scopo dell’indicatore è quello di fornire informazioni sull’evoluzione dei livelli delle falde acquifere su scala nazionale in relazione alle diverse zone climatiche. Il livello di falda misurato in condizioni non influenzate da altri fattori antropici è riconosciuto come descrittore dello stato quantitativo delle falde acquifere (Direttiva 2000/60/CE).
In questa scheda, oltre i dati di sintesi normalizzati e mediati, già presentati nella scheda precedente, sono riportati, sempre per singola Macroregione Climatica omogenea, i dati medi semestrali delle singole stazioni selezionate per la costruzione dell’indicatore, espressi come metri di scostamento dalla media. La copertura dei dati, sia dal punto di vista territoriale che dal punto di vista del periodo di osservazione, non è ancora del tutto omogenea. Le MR 5 e 6 presentano altissime variabilità che determinano l’andamento fuori scala nei range di rappresentazione grafica scelto, sebbene sia evidente l’andamento generale evidenziato nella scheda.
Contatti:
Rossella Maria Gafà – ISPRA
rossella.gafa@isprambiente.it
Francesco La Vigna – ISPRA
francesco.lavigna@isprambiente.it
Marco Marcaccio – ARPAE
mmarcaccio@arpae.it
L’andamento dei livelli di falda acquifera è in grado di restituire una fotografia dello stato quantitativo delle risorse idriche sotterranee. Sebbene si sia cercato di selezionare un gruppo di stazioni rappresentative per ogni Macroregione Climatica omogenea, le stazioni selezionate tra quelle disponibili non hanno ancora una copertura del tutto omogenea sul territorio nazionale. Tenendo conto di questo limite, le elaborazioni eseguite mostrano come le risorse idriche sotterranee abbiano risentito in 4 Macroregioni su 6 della crisi siccitosa del biennio 2021-2022. Anche alcuni report regionali recenti riferiscono riduzione consistente della ricarica nel 2022, e confermano la ripresa quantitativa delle falde acquifere nella Macroregione 6, in particolare in Sicilia. In generale, i trend risultano stabili o positivi rispetto alla media del periodo selezionato, che va dai 10 ai 20 anni a seconda delle serie storiche disponibili.
- Fonte e accessibilità dei dati di base: Le ARPA/APPA e le Regioni sono depositari dei dati dei livelli statici e di frequente i dati sono fruibili ed accessibili tramite report periodici ovvero su siti internet dedicati.
- Unità di misura: Metri di scostamento rispetto alla media
- Copertura spaziale: Nazionale (a regime)
- Copertura temporale: Fra i 10 e i 20 anni, dal 2000 al 2022
- Periodicità di aggiornamento: Annuale
Il dato è relativo alle stazioni rappresentative, tra le disponibili, di diverse “Macroregioni climatiche” definite in base al modello climatico sviluppato dal Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici. Si valuta l’oscillazione del livello di falda medio semestrale, normalizzato, ed il suo scostamento rispetto sia al minimo livello registrato della serie storica, sia rispetto al 25° e 75° percentile della serie storica. I dati delle singole stazioni sono raggruppati e mediati rispetto alle differenti macroregioni. Viene anche valutato il trend dei dati medi annui per fornire una preliminare lettura della tendenza mediante il test Mann-Kendall.
I dati di livello non sono stati modellati per una previsione di scenari futuri. Qualora i regimi pluviometrici dovessero diminuire la ricarica degli acquiferi, è possibile supporre un decremento dei livelli, che potrà essere letto come un decremento di risorsa. Le precipitazioni stanno diminuendo in Europa Meridionale. È attesa una forte pressione sulle risorse idriche, con conseguente riduzione della qualità e disponibilità di acqua, soprattutto in estate, nelle regioni meridionali e nelle piccole isole. La Strategia Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico (SNACC) individua fra le situazioni più critiche quelle relative alle risorse idriche. Queste non presentano gravi criticità in termini di disponibilità di acqua su base annua, quanto piuttosto in termini di disomogenea disponibilità nel tempo e nello spazio e di efficienza gestionale. Il Piano Nazionale Adattamento al Cambiamento Climatico (PNACC) individua tra le azioni specifiche per fronteggiare la riduzione della disponibilità d’acqua, il miglioramento dell’efficacia del monitoraggio, della programmazione e dell’efficienza dell’uso della risorsa.