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Salinità delle acque di transizione (lagune di Grado e Marano, Venezia e Delta del Po – Veneto ed Emilia-Romagna)

Gli ecosistemi di transizione sono da ritenersi altamente a rischio a causa dei cambiamenti climatici, in particolare in riferimento ai cambiamenti nel regime delle precipitazioni e degli apporti fluviali e marini.

Nelle lagune dell’Alto Adriatico la salinità varia da 0 a 35 secondo un gradiente spaziale che va dagli input di acqua dolce a quelli marini e fluttuazioni temporali influenzate dagli eventi meteoclimatici e stagionali. L’incremento degli eventi siccitosi estivi e invernali può provocare un aumento generale della salinità. Allo stesso tempo la marcata piovosità dei periodi primaverili e autunnali e l’aumento di frequenza degli eventi estremi possono causare brusche e repentine diminuzioni o aumenti di salinità. L’aumento del livello del mare influisce sul processo di marinizzazione delle lagune. La prevalenza dell’apporto dei fiumi o dei mari influisce negativamente appiattendo il gradiente salino con effetti negativi sulla distribuzione delle specie e sulla biodiversità.

Le lagune sono così soggette anche alla diffusione di specie non indigene ed invasive.

Foto: Federico Pittaluga (ARPA FVG)

Le alterazioni delle componenti climatiche possono generare modifiche delle precipitazioni, dei deflussi fluviali e degli apporti marini, anche in relazione all’aumento del livello del mare, con conseguenti variazioni della salinità, incidendo sugli habitat e sulle diverse specie.

Scopo dell’indicatore è quello di valutare la variazione della salinità e la tendenza nel tempo. L’elaborazione, effettuata utilizzando i valori medi mensili e stagionali, mostra il trend di variazione dell’indicatore.

Negli ambienti di transizione considerati, i trend della salinità risultano generalmente in aumento, mentre in alcuni casi specifici in diminuzione. Per la maggior parte i trend sono statisticamente significativi. Nella laguna di Grado e Marano l’aumento di salinità è significativo in estate nei corpi idrici eualini. In laguna di Venezia e nel Delta del Po Veneto il trend è in significativo aumento in tutti i tipi, solo considerando i dati trimestrali, mentre nelle Valli di Comacchio l’aumento è significativo per entrambe le tipologie di dato (sia continuo che puntuale).

Nel Delta del Po Veneto, il trend dei rilievi della sonda in continuo del tipo mesoalino è, invece, in significativa diminuzione; così come in Sacca di Goro per tutte le tipologie di dato e corpo idrico considerate. In questi siti l’andamento della salinità potrebbe essere fortemente influenzato da interventi antropici localizzati.

Contatti:

Federica Cacciatore, Valentina Bernarello, Rossella Boscolo Brusà (ISPRA); Alessandro Acquavita, Federico Pittaluga (ARPA FVG); Marta Novello (ARPAV); Silvia Pigozzi (ARPAE Emilia-Romagna)

federica.cacciatore@isprambiente.it

I dati sono raggruppati per tipologia di corpo idrico di transizione in base alla salinità secondo la Direttiva 2000/60/CE: mesoalino, polialino ed eualino. La rete di monitoraggio disponibile prevede stazioni fisse o mobili con sonde in continuo, oppure stazioni monitorate ogni anno mensilmente/trimestralmente con rilievi puntuali. Negli ecosistemi di transizione considerati, i trend della salinità risultano sia in aumento che in diminuzione, in molti casi anche in modo significativo. Le diminuzioni potrebbero essere riconducibili a situazioni locali legate a interventi antropici specifici.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Grado e Marano: i dati sono di proprietà di ARPA FVG. Laguna di Venezia e Delta del Po (Veneto): dati scaricabili dal portale Open Data ARPAV. Delta del Po (Emilia-Romagna), Valli di Comacchio e Pialassa Baiona: i dati sono di proprietà di ARPAE Emilia-Romagna
  • Unità di misura: La scala di salinità pratica, definita come rapporto di conducibilità, non ha unità di misura
  • Copertura spaziale: Lagune di Grado e Marano, Venezia e Delta del Po (Veneto ed Emilia-Romagna)
  • Copertura temporale: 2002-2023
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

I dati sono raggruppati per tipologia di corpo idrico ai sensi della Direttiva 2000/60/CE: mesoalino, polialino ed eualino. I rilievi semiorari/orari delle sonde in continuo sono su stazioni fisse e sono mediati mensilmente. Per la laguna di Grado e Marano, i rilievi in continuo sono su stazioni mobili; vengono considerati per l’intero periodo di rilievo e anche mediati per le due stagioni disponibili: estate (luglio-settembre) e autunno (ottobre-novembre). I rilievi puntali trimestrali/mensili, eseguiti sulle stesse stazioni ogni anno con sonda CTD, sono mediati stagionalmente. Andamento e  trend sono analizzati mediante il Seasonal Kendall Test.

Gli scenari climatici prevedono consistenti incrementi della temperatura del mare e delle lagune e una consistente riduzione degli apporti di acqua dolce. Alcuni studi di previsione al 2050 riportano che la diminuzione del deflusso fluviale, insieme all’aumento dell’evaporazione, porterà ad un aumento della salinità nel bacino adriatico. Fenomeni sito specifici possono portare ad un discostamento di tale tendenza. 

Le significative fluttuazioni della salinità, insieme alla perdita del gradiente salino anche per via dell’aumento del livello del mare, hanno conseguenze negative sulle funzioni ecosistemiche tipiche degli ambienti di transizione e provocano un grave impatto sulle componenti vegetali, sulle comunità bentoniche ed ittiche e sulla biodiversità in genere.