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Gradi giorno di riscaldamento – Indicatore proxy
Le variazioni di temperatura interannuali determinano direttamente un minor o un maggior utilizzo delle risorse energetiche, con particolare riferimento al settore residenziale. In questo settore, le modifiche ai consumi sono legate in gran parte alle necessità dei cittadini di raffrescare o riscaldare le proprie abitazioni.
Se consideriamo le necessità del settore residenziale e in parte quelle del terziario, le modifiche dei consumi energetici dipendono strettamente dalla necessità dell’utenza di raggiungere un livello di comfort all’interno degli edifici, in particolar modo nelle abitazioni. L’impatto positivo è dato da una minor richiesta di energia termica per il riscaldamento domestico nel periodo invernale e dalla contrazione dei consumi; mentre l’mpatto negativo è dato da una maggiore richiesta di raffrescamento nei mesi estivi e dall’incremento dei consumi elettrici.
L’andamento delle temperature, giornaliere, mensili e stagionali, influenza talvolta sensibilmente il consumo delle risorse energetiche, per la necessità dell’utenza di raffrescare o riscaldare i propri edifici.

Foto: DongGeun Lee (Unsplash)
L’indicatore proposto è un indicatore climatico, che rappresenta un proxy dei consumi energetici nel periodo invernale per il riscaldamento degli edifici. L’indicatore è definito come “Gradi Giorno di riscaldamento” e rappresenta una sommatoria termica dei giorni con temperatura media superiore a 20°C. Viene calcolato annualmente facendo riferimento al periodo 15 ottobre –15 aprile.
L’indicatore proposto è un indicatore climatico che rappresenta un proxy dei consumi energetici nel periodo invernale per il riscaldamento degli edifici. L’indicatore è definito come “Gradi Giorno di riscaldamento” e rappresenta una sommatoria termica dei giorni con temperatura media superiore a 20°C.
I gradi giorno di riscaldamento sono un parametro empirico utilizzato dalla normativa per suddividere il territorio nazionale in sei fasce climatiche. Ad ogni fascia climatica corrisponde un diverso fabbisogno termico degli edifici e, di conseguenza, una diversa richiesta di energia termica.
L’indicatore proposto è un indicatore climatico, che rappresenta un proxy dei consumi energetici. La figura 1 mette bene in evidenza questa correlazione, infatti ad anni più freddi corrispondono consumi di gas più elevati. Nella figura 2 si riporta un esempio di indicatore gradi giorno di riscaldamento per la provincia di Torino dalla data di installazione della stazione con l’evidenza dei valori corrispondenti alle fasce climatiche. Questo tipo di elaborazione è disponibile per tutti i capoluoghi di provincia della regione. In seguito all’aumento delle temperature conseguenti al riscaldamento globale, la tendenza dei gradi giorno è alla diminuzione, come già si evince oggi dall’indicatore calcolato sui dati osservati (www.arpa.piemonte.it/reporting/indicatori-on_line/componenti-ambientali/clima_gradi-giorno-di-riscaldamento). Questo comporta una diminuzione del fabbisogno energetico nel periodo invernale per il riscaldamento, con una conseguente riduzione delle emissioni.
Analizzando gli scenari futuri si può notare in figura 3 come potrebbero variare i gradi giorno nella città di Torino. Negli scenari considerati la diminuzione dei gradi giorno nel trentennio 2071-2100 potrà oscillare tra il 21% e il 37%. La diminuzione attesa è tale da comportare una variazione di fascia climatica in alcune zone limitate della pianura del Piemonte, in particolare nello scenario RCP 8.5. Nella zona prealpina invece si passerebbe dalla fascia climatica F a quella E per alcune zone delle Alpi Occidentali, nello scenario RCP4.5, e per tutte le zone nello scenario RCP 8.5 (Fig.5).
Contatti:
Mariaelena Nicolella – ARPA Piemonte m.nicolella@arpa.piemonte.it
Barbara Cagnazzi – ARPA Piemonte b.cagnazzi@arpa.piemonte.it
I gradi giorno di riscaldamento diminuiscono ovunque sulla regione, sia analizzando i dati osservati sia gli scenari futuri. Questo comporta una diminuzione del fabbisogno energetico e una riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Anche altri fattori, oltre al contesto climatico, concorrono alla variazione dei consumi energetici in campo residenziale, quali l’incremento dell’efficientamento energetico, la crescita demografica, l’incremento delle superfici residenziali abitabili, le modifiche dei comportamenti individuali in relazione al comfort. La diminuzione del fabbisogno è più significativa con scenari emissivi corrispondenti a un incremento maggiore della temperatura. Tale diminuzione porta ad una variazione della classe energetica prevalentemente nelle zone di media montagna.
- Fonte e accessibilità dei dati di base: Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale e altri dataset di temperatura. Piano Energetico Ambientale della Regione Piemonte.
- Unità di misura: Gradi centigradi (C°)
- Copertura spaziale: Regionale, comunale (Torino).
- Copertura temporale: Capoluoghi di provincia: a partire dalla data di installazione della stazione di riferimento al 2020. Comunale: Torino 1971-2000 e variazione nei tre trentenni 2011-2040, 2041-2070 e 2071-2100. Regionale: dal 1958 al 2018 e variazioni tre trentenni 2011-2040, 2041-2070 e 2071-2100 rispetto al clima attuale (periodo 1971-2000).
- Periodicità di aggiornamento: Annuale
E’ calcolato come la somma delle differenze tra la temperatura dell’ambiente riscaldato (convenzionalmente 20°C) e la temperatura media esterna nel periodo 15 ottobre – 15 aprile. La differenza è conteggiata solo se positiva.
L’impatto è sensibile ai cambiamenti climatici in corso con risvolti sia positivi (diminuzione del fabbisogno) che negativi (aumento del fabbisogno) in considerazione del periodo dell’anno: è ragionevole aspettarsi un aumento del fabbisogno energetico nei mesi estivi, sia per l’aumento delle temperature medie e minime, sia per una maggiore frequenza di eventi di ondate di calore. Allo stesso modo, è prevista una diminuzione del fabbisogno energetico finalizzato al riscaldamento abitativo durante i mesi invernali.