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Gradi giorno di raffrescamento – Indicatore proxy (Veneto)

Le variazioni di temperatura interannuali determinano direttamente un minor o un maggior utilizzo delle risorse energetiche, con particolare riferimento al settore residenziale. In questo settore, le modifiche ai consumi sono legate in gran parte alle necessità dei cittadini di raffrescare o riscaldare le proprie abitazioni.

Se consideriamo le necessità del settore residenziale e in parte quelle del terziario, le modifiche dei consumi energetici dipendono strettamente dalla necessità dell’utenza di raggiungere un livello di comfort all’interno degli edifici, in particolar modo nelle abitazioni. Impatto positivo: una minor richiesta di energia termica per il riscaldamento domestico nel periodo invernale, contrazione dei consumi; Impatto negativo: maggiore richiesta di raffrescamento nei mesi estivi, incremento dei consumi elettrici.

L’andamento delle temperature, giornaliere, mensili e stagionali, influenza talvolta sensibilmente il consumo delle risorse energetiche, per la necessità dell’utenza di raffrescare o riscaldare i propri edifici.

Foto: DongGeun Lee (Unsplash)

Il CDD è un indicatore climatico, che rappresenta bene una  proxy (variabile che sostituisce un parametro non disponibile ma ad essa correlato) dei consumi elettrici per il raffrescamento degli edifici nel periodo estivo.

Scopo principale dell’indicatore è quello di rappresentare la variazione annuale dei gradi giorno da raffrescamento nel periodo estivo. I gradi giorno di raffrescamento sono un indicatore utile a descrivere l’incremento di domanda di energia elettrica nel periodo estivo.

Per la rappresentazione dell’indicatore Gradi Giorno di Raffrescamento (CDD) sono state scelte alcune località valutando la consistenza della serie termometrica del periodo 1991-2020. Legnaro (PD), Villorba (TV) e Salizzole (VR) sono rappresentative rispettivamente della pianura veneta centrale, nord orientale e sud occidentale. Cavallino (VE) è rappresentativa della costa. Agordo (BL), in fondovalle a circa 600 m di quota, è rappresentativa della medie quote dell’area montana.

I dati del periodo 1993-2023 (Fig.1) evidenziano un marcato trend, statisticamente significativo, di aumento del fabbisogno di raffrescamento. Tale andamento è presente sull’intero territorio regionale. Utilizzando le proiezioni climatiche si osserva che tale tendenza è destinata ad aumentare nel futuro. Da notare la grande differenza a fine secolo tra i valori di CDD per lo scenario RCP4.5 e RCP8.5, quest’ultimo caratterizzato da consistenti aumenti  (oltre +300%), inoltre a fine secolo anche le località montane alle medie quote potranno avere necessità di raffrescamento comparabili a quelle riscontrate attualmente in pianura.

Nelle figure 3 e 4 sono rappresentate rispettivamente  le mappe storiche e le proiezioni climatiche in termini assoluti e di anomalia.

 

Contatti:

Fabio Zecchini – ARPA Veneto

fabio.zecchini@arpa.veneto.it

Giovanni Massaro – ARPA Veneto

giovanni.massaro@arpa.veneto.it

                       

Questo indicatore fornisce un’idea del potenziale incremento dei consumi elettrici necessari per il raffrescamento degli edifici determinato dall’aumento delle temperature.  Analizzando i dati storici il trend di aumento di questo indicatore sul Veneto è evidente, rilevante e statisticamente significativo. Utilizzando le proiezioni climatiche a fine secolo il trend di aumento dei fabbisogni energetici permane rilevante con incrementi significativi in presenza degli scenari emissivi peggiori (RCP8.5), con incrementi superiori al 300%, a fine secolo, rispetto al trentennio di riferimento 1976-2005.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: I dati termometrici del periodo 1991-2023 sono di proprietà di ARPAV, quotidianamente controllati, archiviati su DataBase SIRAV e ottenibili a richiesta. Le proiezioni climatiche derivano da elaborazioni di downscaling effettuate da ARPAV e Arpa FVG a partire da modelli regionali EURO-CORDEX e sono accessibili dalla Piattaforma Clima Nord-Est.
  • Unità di misura: Gradi Giorno (GG)
  • Copertura spaziale: Territorio regionale
  • Copertura temporale: Trentenni storici: 1991-2020 per il clima osservato con dati da stazioni meteo; 1976-2005 come riferimento storico modellistico. Per il clima futuro: proiezioni per i trentenni 2036-2065 e 2071-2100 (rispetto al 1976-2005) per gli scenari IPCC RCP4.5 e RCP8.5
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

I gradi giorno di raffrescamento sono calcolati come somma delle differenze tra la temperatura media giornaliera esterna e la temperatura di comfort climatico (non superiore ai 21°C); la differenza viene conteggiata solo se la temperatura media esterna supera i 24°C. Se Tm > 24°C : Tm – 21°C (definizione JRC)  e  calcolo con Tm = (Tmax+Tmin)/2

L’impatto è sensibile ai cambiamenti climatici in corso con risvolti sia positivi (diminuzione del fabbisogno) che negativi (aumento del fabbisogno) in considerazione del periodo dell’anno: è ragionevole aspettarsi un aumento del fabbisogno energetico nei mesi estivi, sia per l’aumento delle temperature medie, massime e minime, sia per una maggiore frequenza di eventi di ondate di calore. Allo stesso modo, è prevista una diminuzione del fabbisogno energetico finalizzato al riscaldamento abitativo durante i mesi invernali.