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Erosione idrica del suolo
Il fattore climatico contribuisce in maniera diretta perché l’intensità delle precipitazioni concentrate in brevi intervalli di tempo influisce direttamente sulla perdita di suolo. L’impatto può essere attutito o accentuato dagli altri fattori come le caratteristiche geologiche, pedologiche, idrologiche, morfologiche e vegetazionali di un territorio ma può essere accelerato dalle attività umane, in particolare da quelle agro-silvo-pastorali (tipi colturali, sistemi di lavorazione e coltivazione, gestione forestale, pascolamento). L’impatto negativo si manifesta sotto forma di danni diretti derivanti dalla perdita di suolo e danni che possono avvenire lontano dalle aree di distacco come ad esempio l’aumento del trasporto solido dei corsi d’acqua, danni alle infrastrutture e l’inquinamento delle acque superficiali (danni off-site).
Essendo la variabile climatica solo uno dei parametri che concorrono al fenomeno erosivo, si ritiene moderata la relazione causa-effetto. Tuttavia la maggiore concentrazione di precipitazioni dopo prolungati periodi di siccità aumenta il rischio di fenomeni erosivi.
Foto: Domenico Ligato
L’indicatore fornisce una stima della perdita di suolo per erosione idrica sulla base delle cartografie elaborate a livello europeo tramite il modello RUSLE (Revised Universal Soil Loss Equation).
Lo scopo dell’indicatore è valutare il rischio di erosione del suolo dovuto all’azione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale. Tale stima risulta particolarmente utile come strumento decisionale per la pianificazione degli interventi di conservazione del suolo.
Al momento attuale l’applicazione della formula è avvenuta prendendo in considerazione dati disponibili a livello nazionale che non permettono di delineare un trend. I dati utilizzati nell’equazione fanno riferimento a parametri pressoché fissi (erodibilità del suolo, pendenza e lunghezza del versante) o variabili nel tempo (uso del suolo, erodibilità delle piogge). Una comparazione potrebbe avvenire in futuro prendendo sempre gli stessi dati sui suoli, lo stesso DEM, le stesse stazioni pluviometriche (con intervalli temporali differenti) e un uso del suolo rilevato alla stessa scala di riferimento ma in anni successivi.
Contatti:
Marco Di Leginio – ISPRA marco.dileginio@isprambiente.it
L’Italia presenta i valori maggiori con una media di 8.77 tonnellate/ettaro*anno, rispetto a valori medi di perdita di suolo negli Stati Membri di 2.46 tonnellate/ettaro*anno, pari a 970 milioni di tonnellate persi annualmente. Gli usi del suolo più penalizzanti risultano essere le aree agricole e quelle caratterizzate da una bassa copertura vegetale.
- Fonte e accessibilità dei dati di base: https://esdac.jrc.ec.europa.eu/themes/rusle2015
- Unità di misura: Tonnellate/ettaro*anno
- Copertura spaziale: Nazionale
- Copertura temporale: Gli aspetti climatici presenti nell’equazione coprono l’intervallo 2002-2011
- Periodicità di aggiornamento: Non definibile
La metodologia utilizzata è l’Equazione Universale di Perdita di Suolo, modello empirico testato su parcelle sperimentali di dimensione standard, in grado di fornire risultati quantitativi sulla perdita di suolo effettiva/potenziale. Il risultato fornisce una stima dell’erosione espressa in termini di tonnellate/ettaro*anno. I parametri presi in considerazione dall’equazione sono di tipo climatico, pedologico, morfologico, vegetazionale e di uso del suolo.
È stata tentata un’ipotesi di scenario al 2050, considerando per l’erosività delle piogge un incremento medio del 10-15% (scenario HadGEM2 RCP 4.5). L’erosione del suolo viene valutata prendendo in considerazione l’indice climatico R20 che rappresenta il numero di giorni con precipitazione giornaliera superiore ai 20 mm. Le aree maggiormente suscettibili all’erosione sono state identificate selezionando le classi con una perdita di suolo >5 (t ha−1 yr−1) secondo la classificazione di suscettibilità all’erosione proposta da ESDAC (European Soil Data Centre del JRC). Tali aree sono state integrate successivamente con la percentuale di suolo impermeabilizzato e l’indice climatico R20.