Stato dell’habitat coralligeno

Il coralligeno è un ecosistema fragile, minacciato dai cambiamenti climatici, dalla distruzione meccanica e dalla modificazione dei parametri fisici e chimici delle acque. I cambiamenti climatici influenzano la capacità di alcuni organismi di calcificare, riducendo il potenziale di crescita e di riproduzione. Un aumento delle temperature è sufficiente a causare lo sbiancamento (bleaching) dei coralli e di conseguenza un’alterazione degli ecosistemi sommersi, comportando una drastica riduzione della resilienza delle comunità colpite. L’abbassamento del valore del ph delle acque marine comporta la riduzione dei tassi di crescita/rigenerazione dei popolamenti del coralligeno.

Un innalzamento della temperatura per periodi prolungati al di sotto del termoclino può causare la morte di organismi stenotermi sia direttamente sia favorendo il proliferare di patogeni, morie su grandi scale di antozoi e alghe coralline. L’incremento di temperatura può favorire l’insorgere di fenomeni come lo sviluppo di mucillagini planctoniche e bentoniche che vanno a coprire tutti gli organismi sessili causandone la morte. Gli effetti negativi sull’habitat coralligeno si possono qui di seguito sintetizzare: sbiancamento (bleaching) e necrosi dovuti a fenomeni correlati al global changing (aumento della temperatura e acidificazione), moria effetti negativi sull’habitat coralligeno si possono qui di seguito sintetizzare: sbiancamento (bleaching) e necrosi dovuti a fenomeni correlati al global changing (aumento della temperatura e acidificazione), moria   di colonie/individui per soffocamento dovuto a specie invasive termofile e per l’azione diretta ed indiretta delle attività umane (pesca, eutrofizzazione, torbidità e sedimentazione

Foto: Archivio AREA Mare – ARPA Sicilia

L’indicatore è finalizzato a valutare la presenza dei popolamenti presenti, l’abbondanza e la condizione delle specie strutturanti l’habitat coralligeno.

L’indicatore ha lo scopo di valutare lo stato di salute dell’habitat coralligeno considerato il secondo più importante hot spot per la biodiversità in Mediterraneo, dopo la prateria di Posidonia oceanica.

Espandi tabella Pantelleria

Habitat coralligeno fondali isola di Pantelleria

Condizioni dell’habitat

Ricchezza specifica

Phylum Classe Specie strutturante epimegazoobentonica Abbondanza specifica (n) Morfometria (altezza media) cm±ds
Porifera  Demospongiae Axinella polypoides 4 20
Porifera  Demospongiae Sarcotragus foetidus 1 25
Cnidaria  Anthozoa Eunicella singularis 454 31,4±10,1
Cnidaria  Anthozoa Eunicella cavolinii 3 23,3±11,9
Cnidaria  Anthozoa Eunicella verrucosa 36 19,3±11,4
Cnidaria  Anthozoa Leptogorgia sarmentosa 3 60.2±17,3
Cnidaria  Anthozoa Paramuricea clavata 85 34.5±9,1
Cnidaria  Anthozoa Paramuricea macrospina 48 14.3±2,2
Bryozoa Gymnolaemata Pentapora fascialis 6 12.4±2.7
Espandi tabella Lampedusa

Habitat coralligeno fondali isola di Lampedusa

Condizioni dell’habitat

Ricchezza specifica

Phylum Classe Specie strutturante epimegazoobentonica Abbondanza specifica (n) Morfometria (altezza media) cm±ds.
Porifera Demospongiae Axinella polypoides 15 16,5±4,2

Al momento non si hanno dati disponibili per poter definire un trend. Le immagini (Fig. 1) rappresentano le carte morfo-batimetriche  (DTM – modelli digitali del terreno) delle aree indagate (25 km²) nell’Isola di Pantelleria e nell’Isola di Lampedusa. In ciascuna area sono stati individuati 3 siti in cui sono stati posizionati 3 transetti lungo i quali sono state effettuate le indagini mediante l’impiego di ROV (Remotely Operated Vehicle) per l’individuazione dei popolamenti presenti. Solo per alcune specie strutturanti (Tabella 1) è stato richiesto il calcolo di specifici parametri (abbondanza e morfometria) ai fini della valutazione della condizione dell’habitat.

Contatti:

Vincenzo Ruvolo – ARPA Sicilia
vruvolo@arpa.sicilia.it

Giancarlo Bellissimo – ARPA Sicilia
gbellissimo@arpa.sicilia.it

Giuseppe Cuffari – ARPA Sicilia
gcuffari@arpa.sicilia.it

Marilù Armato – ARPA Sicilia
marmato@arpa.sicilia.it

L’habitat coralligeno rischia di sparire entro la fine del secolo per il riscaldamento climatico. Quando le acque diventano troppo calde, i coralli, minuscoli animali che secernono carbonato di calcio per proteggersi, espellono le microscopiche alghe simbiotiche chiamate zooxantelle, che risiedono nei loro tessuti e perdono il loro colore, sbiancando.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: ARPA Sicilia (Monitoraggio di cui alla Direttiva Marine Strategy)
  • Unità di misura: Abbondanza di specie espressa come n° di colonie o individui/ m2. Morfometria delle specie strutturanti epi-megazoo-bentoniche. Percentuale di copertura delle macrofite bentoniche.
  • Copertura spaziale: Regionale
  • Copertura temporale: 2019-2020
  • Periodicità di aggiornamento: Biennale

Per la determinazione della localizzazione e dell’estensione dell’habitat coralligeno in ciascuna area è stata prodotta una carta morfo-batimetrica a partire dalla quale è stato possibile acquisire immagini e video per la verifica della presenza dell’habitat, per l’individuazione dei popolamenti presenti e per la valutazione dell’abbondanza e condizione delle specie strutturanti.

L’habitat coralligeno rischia di sparire entro la fine del secolo per il riscaldamento climatico. L’aumento delle temperature sta causando lo sbiancamento dei coralli che sta avvenendo più velocemente del previsto. Se non si dovessero implementare misure finalizzate alla mitigazione dei cambiamenti climatici, nello scenario peggiore gli habitat coralligeni scompariranno entro il 2034.