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Indice di variazione della data di migrazione primaverile
Il riscaldamento globale provoca un anticipo del picco della presenza di insetti in primavera. Per gli uccelli migratori provenienti dall’Africa è fondamentale riuscire ad anticipare la migrazione, in modo da giungere nei quartieri riproduttivi prima rispetto al passato e far coincidere il periodo riproduttivo con quello di maggior abbondanza di risorse trofiche necessarie per allevare la prole. Un mancato anticipo della migrazione si traduce in una bassa resilienza delle popolazioni ai cambiamenti climatici, con effetti negativi sulla loro sopravvivenza.
È stata dimostrata la relazione tra la variazione temporale della data di migrazione e lo stato di conservazione in Europa degli uccelli migratori: le specie che non si adattano al riscaldamento globale anticipando in maniera significativa la data di migrazione versano in un cattivo stato di conservazione.
L’aumento delle temperature primaverili comporta un anticipo nella comparsa degli insetti, con cui gli uccelli nutrono la prole. Per arrivare al nido quando la disponibilità alimentare è al massimo ed evitare conseguenze negative sulla sopravvivenza e riproduzione, gli uccelli devono anticipare la migrazione.
Foto: Eliseo Strinella
L’indice è basato sull’analisi della data di passaggio di migratori inanellati presso i primi siti europei di arrivo dall’Africa nell’ambito del Progetto Piccole Isole, coordinato da ISPRA. Valutare la resilienza dei piccoli uccelli migratori ai cambiamenti climatici, attraverso l’analisi delle variazioni nella data di migrazione pre-riproduttiva di diverse specie di uccelli. La resilienza ai cambiamenti climatici è un fattore che incide in maniera chiara sullo stato di conservazione delle specie di uccelli migratori.
Dall’analisi condotta risulta che solo il 50% delle 10 specie considerate ha mostrato un anticipo biologicamente significativo della data di migrazione. Si tratta di Codirosso (1 giorno ogni 4,5 anni), Forapaglie (1g/5,3anni), Luì verde (1g/6anni), Rigogolo (1g/6,3anni) e Stiaccino (1g/5,5anni), che sembrano quindi manifestare un certo grado di resilienza al riscaldamento globale. Le restanti 5 specie hanno mostrato un anticipo della data di migrazione primaverile nullo o troppo lento (maggior di 1 giorno ogni 7 anni), non rispondendo verosimilmente in maniera adeguata ai cambiamenti ambientali scaturiti dall’aumento delle temperature primaverili: Usignolo (1g/8,4anni), Canapino maggiore (1g/10,5anni), Beccafico (1g/7,5anni) e Balia nera (1g/10,3anni); mentre l’anticipo della data di migrazione è risultato nullo per la Cannaiola comune (Figura 1).
Contatti:
Simona Imperio – ISPRA simona.imperio@isprambiente.it
Jacopo G. Cecere – ISPRA jacopo.cecere@isprambiente.it
L’indice si basa sull’analisi della data di migrazione di 486.622 individui appartenenti a 10 specie di uccelli. I dati sono stati raccolti presso 26 stazioni di inanellamento in un arco temporale di 35 anni (1988-2022) nell’ambito del Progetto Piccole Isole coordinato da ISPRA. Il 50% delle specie ha mostrato un anticipo lento o nullo della data di migrazione primaverile, non mostrando quindi resilienza ai cambiamenti climatici. Il Codirosso comune è la specie che ha mostrato in media l’anticipo più veloce della data di migrazione (1 giorno ogni 4,5 anni), mentre il Canapino maggiore quello più lento (1 giorno ogni 10,5 anni).
- Fonte e accessibilità dei dati di base: Banca dati inanellamento uccelli, gestita dalla Sezione Inanellamento Uccelli, Area BIO-AVM di ISPRA.
- Unità di misura: Data mediana di migrazione/sito/anno
- Copertura spaziale: Nazionale
- Copertura temporale: Dal 1988 al 2022
- Periodicità di aggiornamento: Annuale
L’indice è calcolato su 10 specie di uccelli: Codirosso comune, Usignolo, Stiaccino, Balia nera, Cannaiola comune, Forapaglie, Canapino maggiore, Beccafico, Luì verde e Rigogolo. Per ogni specie è stata analizzata la variazione temporale della data mediana di passaggio nei siti di campionamento nel corso del periodo compreso tra il 1988 e il 2022, tenendo conto di possibili variazioni sito-specifiche nel passaggio dei migratori presso le 26 stazioni che nel corso degli anni hanno aderito al progetto.
Un lavoro pubblicato nel 2008 sulla rivista scientifica PNAS ha evidenziato che le popolazioni di uccelli che non mostravano un significativo anticipo della data di migrazione primaverile versavano in un cattivo stato di conservazione nel periodo 1990-2000, mentre quelle che avevano risposto meglio al cambiamento climatico, anticipando la fenologia di migrazione, mostravano uno stato di conservazione stabile o in miglioramento nello stesso periodo. In Europa, gli uccelli migratori continuano in generale a presentare un declino di popolazione anche nel più recente periodo, 2001-2012/15. Tali evidenze suggeriscono un continuo impatto dei cambiamenti climatici sulle specie migratrici che, nel prossimo periodo, potrebbe portare ad una drastica diminuzione delle dimensioni di popolazioni e a estinzioni locali, con conseguente contrazione degli areali di nidificazione.