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Gradi giorno di riscaldamento – Indicatore proxy (Lombardia)

Le variazioni di temperatura interannuali determinano direttamente un minor o un maggior utilizzo delle risorse energetiche, con particolare riferimento al settore residenziale. In questo settore, le modifiche ai consumi sono legate in gran parte alle necessità dei cittadini di raffrescare o riscaldare le proprie abitazioni.

Se consideriamo le necessità del settore residenziale e in parte quelle del terziario, le modifiche dei consumi energetici dipendono strettamente dalla necessità dell’utenza di raggiungere un livello di comfort all’interno degli edifici, in particolar modo nelle abitazioni. Impatto positivo: una minor richiesta di energia termica per il riscaldamento domestico nel periodo invernale, contrazione dei consumi; Impatto negativo: maggiore richiesta di raffrescamento nei mesi estivi, incremento dei consumi elettrici.

L’andamento delle temperature, giornaliere, mensili e stagionali, influenza talvolta sensibilmente il consumo delle risorse energetiche, per la necessità dell’utenza di raffrescare o riscaldare i propri edifici.

Foto: DongGeun Lee (Unsplash)

L’HDD è un indicatore climatico, che rappresenta una proxy (variabile che sostituisce un parametro non disponibile ma ad essa correlato) dei consumi energetici nel periodo invernale per il riscaldamento degli edifici.

Scopo principale dell’indicatore è quello di rappresentare la variazione annuale dei gradi giorno da riscaldamento nel periodo invernale. I gradi giorno di riscaldamento sono un parametro empirico utilizzato dalla normativa per suddividere il territorio nazionale in sei zone climatiche. Ad ogni fascia climatica corrisponde un diverso fabbisogno termico degli edifici e, di conseguenza, una diversa richiesta di energia termica.

 

La serie centenaria di Milano Brera mostra un significativo aumento delle temperature medie, che si riflette in una marcata riduzione dei gradi giorno (Figura 1), valutabile in 150 ogni 10 anni: gli inverni miti e il progressivo contrarsi di autunno e primavera rappresentano un’opportunità di risparmio energetico, stante il minore fabbisogno di riscaldamento domestico. Un trend simile si osserva anche negli altri capoluoghi negli ultimi 20 anni (Figura 2), con alcune situazioni in cui il valore dei Gradi giorno corrisponde alla zona climatica D anziché la E di appartenenza.

Nella Tabella 1 sono riportati i valori numerici di riferimento per il DPR 412/93, quelli osservati espressi come media climatica del periodo di riferimento e del periodo futuro negli scenari RCP 4.5 e RCP 8.5 in alcuni comuni rappresentativi: per Sondrio e Lecco il valore medio è influenzato dalla parte di territorio comunale in altura, mentre il valore di riferimento del DPR 412/93 è riportato al Municipio.

Contatti:

Mauro Mussin – ARPA Lombardia

m.mussin@arpalombardia.it

Matteo Zanetti – ARPA Lombardia

ma.zanetti@arpalombardia.it

                                          

Rispetto al periodo storico l’indicatore mostra una progressiva diminuzione, soprattutto nelle aree di pianura; questo implica che il fabbisogno energetico per il riscaldamento degli edifici è diminuito per effetto del cambiamento climatico. La tendenza è più evidente negli ultimi anni e i modelli climatologici indicano un’ulteriore diminuzione in futuro, più o meno marcata a seconda di quanto saranno efficaci gli sforzi di decarbonizzazione del settore. L’impatto sarà via via più significativo anche nelle aree di fondovalle e, in misura minore, in montagna.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Rete di monitoraggio idronivometeo. Elaborazioni su dati EURO-CORDEX e CMCC3
  • Unità di misura: Gradi giorno GG (°C x giorno)
  • Copertura spaziale: Territorio regionale
  • Copertura temporale: Per il clima osservato: due trentenni di riferimento 1991-2020. Per il clima futuro: anomalie climatiche per il trentennio 2036-2065 per gli scenari IPCC RCP4.5 e RCP8.5
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

I gradi giorno di riscaldamento sono calcolati come la somma delle differenze tra la temperatura dell’ambiente riscaldato (da DPR 412/93 20°C) e la temperatura media giornaliera . La differenza è conteggiata solo se positiva. Se Tm < 20°C : 20°C -Tm   e  calcolo con Tm= (Tmax+Tmin)/2. I dati sono calcolati su anno solare, quindi sono lievemente sovrastimati rispetto al periodo consentito di riscaldamento in zona E.

L’impatto è sensibile ai cambiamenti climatici in corso con risvolti sia positivi (diminuzione del fabbisogno) che negativi (aumento del fabbisogno) in considerazione del periodo dell’anno: è ragionevole aspettarsi un aumento del fabbisogno energetico nei mesi estivi, sia per l’aumento delle temperature medie, massime e minime, sia per una maggiore frequenza di eventi di ondate di calore. Allo stesso modo, è prevista una diminuzione del fabbisogno energetico finalizzato al riscaldamento abitativo durante i mesi invernali.