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Temperatura delle acque di transizione (lagune di Grado e Marano, Venezia e del Delta del Po – Veneto ed Emilia-Romagna)
La variazione della temperatura degli ambienti di transizione è una diretta conseguenza delle variazioni climatiche e influisce sull’intera colonna d’acqua in considerazione delle basse profondità e del ridotto idrodinamismo di tali ambienti.
Il cambiamento globale impatta sugli ambienti di transizione con aumento delle temperature delle acque e degli eventi estremi. Di conseguenza, si verifica un aumento dell’evaporazione che va a modificare la salinità e l’idrodinamica. L’aumento della temperatura influisce inoltre sulla concentrazione di ossigeno disciolto, con conseguenze sulla fisiologia degli organismi, sull’areale delle specie, sui periodi di migrazione e con eventi di mortalità della macrofauna bentonica ed ittica. L’aumento della temperatura dell’acqua può portare alla diffusione di specie non indigene con conseguente modifica della comunità biologica.
Le alterazioni delle componenti climatiche generano variazioni dirette della temperatura delle acque di transizione che generalmente subiscono aumenti più rapidi rispetto alle acque del mare.
Foto: LIFE Lagoon Refresh
Scopo dell’indicatore è quello di valutare la variazione della temperatura e la tendenza nel tempo. L’elaborazione, effettuata utilizzando i valori medi mensili e stagionali, mostra il trend di variazione dell’indicatore.
In tutti gli ecosistemi di transizione considerati, fatta un’unica eccezione, i trend delle temperature delle acque sono in aumento e per alcuni in modo significativo.
Nella laguna di Grado e Marano le temperature dei copri idrici polialini sono in aumento significativo, sia considerando l’intero periodo di rilievo che per la stagione autunnale; anche i dati dei corpi idrici mesoalini hanno un aumento significativo, ma solo nella stagione estiva.
Nelle lagune del Delta del Po Veneto, il trend è significativamente in aumento considerando i dati trimestrali, è invece in aumento non significativo nelle stazioni monitorate in continuo. Nella Sacca di Goro e nelle Valli di Comacchio invece, i rilievi in continuo mostrano trend in aumento statisticamente significativi, mentre non lo sono considerando i dati puntuali. I trend della Laguna di Venezia e della Pialassa Baiona non sono significativi, anche se tendenzialmente in aumento.
Contatti:
Federica Cacciatore, Valentina Bernarello, Rossella Boscolo Brusà (ISPRA); Alessandro Acquavita, Federico Pittaluga (ARPA FVG); Marta Novello (ARPAV); Silvia Pigozzi (ARPAE Emilia-Romagna)
federica.cacciatore@isprambiente.it
I dati sono raggruppati per tipologia di corpo idrico di transizione in base alla salinità secondo la Direttiva 2000/60/CE: mesoalino, polialino ed eualino. In tutti gli ecosistemi di transizione considerati, fatta un’unica eccezione, i trend delle temperature delle acque sono in aumento e per alcuni in modo significativo.
- Fonte e accessibilità dei dati di base: Grado e Marano: I dati sono di proprietà di ARPA FVG. Laguna di Venezia e Delta del Po (Veneto): Dati scaricabili dal portale Open Data ARPAV. Delta del Po (Emilia-Romagna), Valli di Comacchio e Pialassa Baiona: i dati sono di proprietà di ARPAE Emilia-Romagna.
- Unità di misura: °C
- Copertura spaziale: Lagune di Grado e Marano, Venezia e Delta del Po (Veneto ed Emilia-Romagna).
- Copertura temporale: 2002-2023
- Periodicità di aggiornamento: Annuale
I dati sono raggruppati per tipologia di corpo idrico ai sensi della Direttiva 2000/60/CE: mesoalino, polialino ed eualino. I rilievi semiorari/orari delle sonde in continuo sono su stazioni fisse e sono mediati mensilmente. Per la laguna di Grado e Marano, i rilievi in continuo sono su stazioni mobili; vengono considerati per l’intero periodo di rilievo e anche mediati per le due stagioni disponibili: estate (luglio-settembre) e autunno (ottobre-novembre). I rilievi puntali trimestrali/mensili, eseguiti sulle stesse stazioni ogni anno con sonda CTD, sono mediati stagionalmente. Andamento e trend sono analizzati mediante il Seasonal Kendall Test.
Gli scenari climatici prevedono consistenti incrementi di temperatura per le acque superficiali del bacino mediterraneo, con un aumento più significativo nel mare Adriatico pari a circa +2.3°C sui valori medi e variazioni nel periodo invernale e primaverile che potranno raggiungere +2.6°C (confronti tra i periodi 2036-2065 e 1981-2010 su base annuale ottenute considerando lo scenario futuro RCP8.5). Nelle aree lagunari dell’Alto Adriatico tali incrementi potranno essere maggiori in considerazione delle basse profondità e del confinamento.
Le variazioni della temperatura e il conseguente aumento delle crisi ipo-anossiche causano la perdita delle funzioni ecosistemiche tipiche degli ambienti di transizione e un grave impatto sulle comunità bentoniche ed ittiche, sulle componenti vegetali e sulla biodiversità in genere.