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Gradi giorno di raffrescamento – Indicatore proxy (Lombardia)

Le variazioni di temperatura interannuali determinano direttamente un minor o un maggior utilizzo delle risorse energetiche, con particolare riferimento al settore residenziale. In questo settore, le modifiche ai consumi sono legate in gran parte alle necessità dei cittadini di raffrescare o riscaldare le proprie abitazioni.

Se consideriamo le necessità del settore residenziale e in parte quelle del terziario, le modifiche dei consumi energetici dipendono strettamente dalla necessità dell’utenza di raggiungere un livello di comfort all’interno degli edifici, in particolar modo nelle abitazioni. Impatto positivo: una minor richiesta di energia termica per il riscaldamento domestico nel periodo invernale, contrazione dei consumi; Impatto negativo: maggiore richiesta di raffrescamento nei mesi estivi, incremento dei consumi elettrici.

L’andamento delle temperature, giornaliere, mensili e stagionali, influenza talvolta sensibilmente il consumo delle risorse energetiche, per la necessità dell’utenza di raffrescare o riscaldare i propri edifici.

Foto: DongGeun Lee (Unsplash)

L’indicatore rappresenta l’esigenza di condizionamento estivo. Il dato è annuale e viene calcolato come sommatoria termica dello scarto di temperatura rispetto ad una temperatura di riferimento, nei giorni con temperatura media particolarmente elevata. Si tratta di un indicatore climatico che  rappresenta bene una proxy dei consumi energetici nel periodo estivo.

Scopo principale dell’indicatore è quello di rappresentare la variazione annuale dei gradi giorno da raffrescamento nel periodo estivo.

La serie centenaria di Milano Brera mostra un significativo aumento delle temperature medie, che si riflette in un marcato aumento dei gradi giorno di raffrescamento (Figura 1), valutabile in 45 ogni 10 anni: estati più calde e situazioni anticicloniche di origine africana ricorrenti rappresentano un fattore di maggiore consumo energetico degli edifici, necessario a raggiungere un sufficiente comfort. Un trend simile si osserva anche negli altri capoluoghi negli ultimi 20 anni (Figura 2), con alcune situazioni in cui il valore più elevato dei Gradi giorno di raffrescamento si rileva nel 2022. I valori assoluti sono inferiori nelle aree montuose, ma comunque in aumento.
Nella Tabella 1 sono riportati i valori numerici spazializzati (media areale nel punto di maglia) relativi media climatica del periodo di riferimento e del periodo futuro negli scenari RCP 4.5 e RCP 8.5.

Le elaborazioni sui dati EURO-CORDEX delle proiezioni climatiche mostrano il progressivo aumento dei Gradi giorno di raffrescamento rispetto al periodo storico di riferimento (Figura 3), con una netta distinzione tra aree di pianura e di montagna. Le aree di pianura mostrano una certa omogeneità rispetto alle aree prealpine, mentre i fondovalle assumono un aspetto differente.

Lo scenario RCP 4.5 (Figura 4a) mostra un’intensificazione dell’area più calda con una marcata distinzione dalle aree collinari che osservano l’intensificazione del fenomeno, lasciando prevedere che anche in queste quote sarà necessario utilizzare sistemi di climatizzazione. Le aree più in quota (indicativamente oltre 1000-1300 m) sembrano più omogenee rispetto ai valori storici. Lo scenario RCP 8.5 (Figura 4b) mostra incrementi simili a quello a minori emissioni, almeno per la climatologia 2036-2065.

Le anomalie rivelano deboli differenze tra i due scenari emissivi, evidenziando che tutta l’area di pianura ed anche le aree sotto i 300m subiscono un significativo aumento delle esigenze di raffrescamento (Figura 5).

Contatti:

Mauro Mussin – ARPA Lombardia

m.mussin@arpalombardia.it

Matteo Zanetti – ARPA Lombardia

ma.zanetti@arpalombardia.it

                                          

Rispetto al periodo storico l’indicatore mostra un progressivo aumento, più marcato nelle aree di pianura; questo implica che il fabbisogno energetico per il raffrescamento degli edifici è aumentato per effetto del cambiamento climatico. La tendenza è più evidente negli ultimi anni e i modelli climatologici indicano un’ulteriore diminuzione in futuro, più o meno marcata a seconda di quanto saranno efficaci gli sforzi di decarbonizzazione del settore. L’impatto sarà via via più significativo anche nelle aree di fondovalle e, in misura minore, in montagna.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Rete di monitoraggio idronivometeo. Elaborazioni su dati EURO-CORDEX e CMCC.
  • Unità di misura: Gradi giorno GG (°C x giorno)
  • Copertura spaziale: Territorio regionale
  • Copertura temporale: Per il clima osservato: due trentenni di riferimento 1991-2020 e 1976-2005. Per il clima futuro: anomalie climatiche per il trentennio 2036-2065 per gli scenari IPCC RCP4.5 e RCP8.5
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

I gradi giorno di raffrescamento sono calcolati come somma delle differenze tra la temperatura media esterna e la temperatura di comfort climatico (non superiore ai 21°C); la differenza viene conteggiata solo se la temperatura media esterna supera i 24°C. I gradi giorno di raffrescamento sono calcolati nel periodo giugno-settembre.

L’impatto è sensibile ai cambiamenti climatici in corso con risvolti sia positivi (diminuzione del fabbisogno) che negativi (aumento del fabbisogno) in considerazione del periodo dell’anno: è ragionevole aspettarsi un aumento del fabbisogno energetico nei mesi estivi, sia per l’aumento delle temperature medie, massime e minime, sia per una maggiore frequenza di eventi di ondate di calore. Allo stesso modo, è prevista una diminuzione del fabbisogno energetico finalizzato al riscaldamento abitativo durante i mesi invernali.