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Densità fasci fogliari – Habitat Posidonia oceanica
Caratterizzazione degli impatti dovuti al cambiamento climatico:
– Riscaldamento delle acque: metabolismo ed insorgenza patologie (impatto diretto e negativo), variazioni della salinità (impatto diretto e negativo), aumento della pressione degli erbivori termofili (impatto indiretto e negativo), aumento macrofite aliene invasive/concorrenti (impatto indiretto e negativo).
– Aumento eventi estremi: impatti negativi diretti (aumento repentino e prolungato della temperatura dovuto ad ondate di calore) e indiretti (impatti meccanici, erosione, aumento della torbidità, dovuti a mareggiate eccezionali).
– Innalzamento del livello del mare: impatto diretto e negativo (variazione della profondità di penetrazione della radiazione luminosa).
– Acidificazione: impatti diretti negativi sugli epibionti.
– Possibili impatti diretti positivi sulla fotosintesi e sull’accrescimento.
Foto: ISPRA
I fattori climatici sono in grado di determinare impatti diversi sulla prateria di Posidonia oceanica, sia sul metabolismo e crescita della pianta, sia esponendo maggiormente la prateria a pressioni di tipo ecosistemico (competizione), a modifiche sostanziali della rete trofica e a impatti meccanici per l’effetto di frequenti mareggiate eccezionali. La stima della densità fogliare della prateria (n. fasci fogliari/m2) potrebbe essere in grado di evidenziare, almeno in parte, gli eventuali impatti da CC sulla prateria.
La misura di densità dei fasci fogliari al m2 è interpretata attraverso le scale di valutazione proposte in ambito UNEP/MAP e RAC/SPA attraverso le classi di valutazione Elevato, Buono, Sufficiente, perché garantiscono il mantenimento della struttura e delle funzioni proprie dell’habitat. Sono state considerate non accettabili le classi Scarso e Cattivo.
La condizione dell’habitat espressa in termini di densità dei fasci fogliari a centro prateria (15m per definizione) è in grado di descrivere le dinamiche ecologiche che a lungo termine possono essere influenzate dai cambiamenti climatici.
Fig. 1 e 2 (Mar Mediterraneo occidentale). Nell’arco temporale analizzato (2018-2021) la densità fogliare a -15 m viene classificata non accettabile perché troppo bassa nel 10,9% dei casi (10,9% classe scarso). I valori mostrano un massimo di 607,1 n.fasci/m2 (classe elevato) nell’isola di Salina (Sicilia) e un valore minimo di 151,3 n.fasci/m2 (classe scarso) nei Fondali tra Punta del Pecoraro e Capo Linaro (Lazio) (Fig. 1). Complessivamente il data set mostra un valore mediano pari a 385,7 n.fasci/m2 (classe buono) (Fig. 2).
Non è possibile definire un trend.
Fig. 3 e 4 (Mar Ionio e Mar Mediterraneo centrale). Nell’arco temporale analizzato (2018-2021) la densità fogliare a -15 m viene classificata non accettabile perché troppo bassa nel 15,0% dei casi (15,0% classe scarso). I valori mostrano un massimo di 479,2 n.fasci/m2 (classe buono) nell’area Isola Grande (Sicilia) e un valore minimo di 152,0 n.fasci/m2 (classe scarso) a Brucoli (Sicilia) (Fig. 3). Complessivamente il data set mostra un valore mediano pari a 385,7 n.fasci/m2 (classe buono) (Fig. 4) .
Non è possibile definire un trend.
Fig. 5 e 6 (Mar Adriatico). Nell’arco temporale analizzato (2018-2021) la densità fogliare a -15 m viene classificata non accettabile perché troppo bassa nel 37,5% dei casi (37,5% classe scarso). I valori mostrano un massimo di 354,0 n.fasci/m2 (classe sufficiente) nell’area Le Cesine – Alimini (Puglia) e un valore minimo di 170,0 n.fasci/m2 (classe scarso) a S. Vito – Monopoli (Puglia) (Fig. 5). Complessivamente il data set mostra un valore mediano pari a 291,5. n. fasci/m2 (classe sufficiente) (Fig. 6). La classificazione derivante dai valori di densità fogliare deriva in parte dalle caratteristiche intrinseche delle praterie esistenti nel Mar Adriatico.
Non è possibile definire un trend.
Contatti:
Marina Penna – ISPRA
Tiziano Bacci – ISPRA
Francesco Rende – ISPRA
La densità dei fasci fogliari a centro prateria è un indicatore in grado di fornire informazioni sullo stato ecologico della prateria di Posidonia oceanica (L.) Delile.
Nel Mar Mediterraneo Occidentale e nel Mar Ionio e Mar Mediterraneo Centrale la densità dei fasci fogliari delle praterie di P. oceanica a centro prateria (-15 m) presenta valori nella norma nella maggior parte delle aree investigate, 89,9 % e 75,0 % rispettivamente, in relazione ai valori soglia proposti in ambito UNEP/MAP e RAC/SPA.
Nel Mar Adriatico tale descrittore mostra valori mediamente più bassi e, secondo le scale interpretative a disposizione e utilizzate, presenta valori nella norma solamente nel 62,5 % delle aree investigate; tale classificazione deriva, in parte, dalle caratteristiche intrinseche delle praterie esistenti nel Mar Adriatico, le quali presentano un unicum ecologico adattate alle condizioni peculiari di trofia, sedimentazione e morfologia del Mar Adriatico.
- Fonte e accessibilità dei dati di base: http://www.db-strategiamarina.isprambiente.it/app/#/
- Unità di misura: n.fasci/m2
- Copertura spaziale: Nazionale
- Copertura temporale: 2018-2021
- Periodicità di aggiornamento: Sessennale
Analisi descrittiva
Negli ultimi 50 anni nel Mediterraneo tra il 13% e il 50% delle praterie di P. oceanica sono regredite considerevolmente in termini di estensione fino alla perdita completa dell’area occupata e le rimanenti praterie hanno subito una riduzione della densità e della copertura in particolare nelle aree costiere fortemente urbanizzate (Marbà et al. 2014; Telesca et al. 2015 ). Tali tassi di declino delle fanerogame marine hanno subito un’accelerazione da una mediana dello 0,9% per anno, prima degli anni ’40 al 7% annuo a partire dal 1990 (Waycott et al., 2009). Il Mar Mediterraneo ha subito un rapido aumento della temperatura media della superficie del mare (SST) stimato 3,7 volte superiore al trend dell’oceano globale (Pisano et al.2020). Tale tendenza è destinata a continuare e con essa la frequenza e durata delle ondate anomale di calore. Nello scenario peggiore, P. oceanica potrebbe perdere il 75% dell’habitat idoneo alla sua colonizzazione entro il 2050, e sarebbe a rischio di estinzione funzionale entro il 2100 (Chefaoui et al., 2018). Ciononostante, in alcune specie di fanerogame, una maggiore fioritura indotta dalla temperatura e una maggiore produzione di biomassa in risposta all’innalzamento della CO2 possono aumentare la resilienza al riscaldamento (Boudouresque et al., 2022). Inoltre, alcuni studi locali hanno rivelato una forte associazione spaziale tra la densità della prateria di P. oceanica e la temperatura, suggerendo scenari in cui il futuro riscaldamento produrrà praterie più dense (Pansini et al., 2021).