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Variazione dei calendari fenologici di specie vegetali selezionate

La temperatura è il principale fattore che regola lo sviluppo delle piante e ne determina la comparsa delle diverse fasi fenologiche. La modifica delle temperature determina in maniera diretta una variazione nel calendario fenologico delle piante. Altri fattori climatici sono il fotoperiodo e la disponibilità idrica. Diversi studi evidenziano come il riscaldamento globale abbia provocato negli ultimi anni un generale anticipo delle fasi primaverili e un ritardo di quelle autunnali (segnale meno evidente), con conseguente allungamento della stagione di crescita.

Non è possibile stabilire se l’impatto sia negativo o positivo, poiché la risposta delle piante non è univoca. Caratterizzare l’impatto in termini positivi o negativi dipende anche dal tipo di pianta (se spontanea o di interesse agricolo) e dall’area di studio, e più in generale dall’ambito considerato (es. produttivo, ambientale, naturalistico).

Le fasi di sviluppo delle piante, soprattutto in ambiente naturale, sono determinate dai fattori climatici, in particolare dalle condizioni termiche.  La dipendenza è così forte che a volte la fenologia è considerato un vero e proprio indicatore delle variazioni del clima. Secondo l’IPCC le variazioni osservate nello sviluppo delle piante negli ultimi decenni è con elevata affidabilità attribuibile ai cambiamenti climatici.

Foto: Valeria Sacchetti (ARPAE)

L’indicatore esprime le tendenze (anticipo o ritardo) delle principali fasi fenologiche di piante terrestri, qui selezionate in base a un numero minimo di anni di osservazioni disponibili (20 anni).

Lo scopo dell’indicatore è di monitorare la risposta nella fenologia delle piante terrestri al cambiamento del clima, in particolare al riscaldamento terrestre.

Dal grafico riassuntivo dei trend calcolati su tutto il dataset non appare un segnale univoco (Fig. 1). Nel complesso il trend appare positivo (posticipo) nelle prime e ultime fasi vegetative e nelle fasi riproduttive iniziali e centrali. Segnali di anticipo sono evidenti nelle fasi finali del ciclo riproduttivo, mentre per le fasi vegetativi centrali non è così evidente una prevalenza, anche se i trend significativi sono tutti negativi.

Gli altri due grafici riportano a titolo di esempio le osservazioni per ogni anno di due fasi con segnale di tendenza statisticamente significativa per varie specie (in tutti i casi p>0.95): biancospino, sanguinello e robinia presentano un significativo anticipo dell’inizio della decolorazione fogliare (Fig. 2); biancospino, corniolo, nocciolo e prugnolo presentano un significativo posticipo dell’inizio fruttificazione (Fig. 3).

Contatti:

Gabriele Antolini – ARPAE Emilia-Romagna                                                                                                                                                           
gantolini@arpae.it

Non appare dai dati a disposizione un segnale chiaro di modifica del ciclo di sviluppo, se non per alcune fasi di sviluppo e specie: segnali significativi per diverse specie riguardano l’anticipo delle fase vegetativa di inizio della decolorazione fogliare (biancospino, sanguinello, robinia) e il posticipo della fase riproduttiva inizio della fruttificazione (biancospino, corniolo, nocciolo, prugnolo).

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: I dati, di proprietà di Arpae Emilia-Romagna, non sono attualmente pubblicati.
  • Unità di misura: Settimane/decennio
  • Copertura spaziale: Locale
  • Copertura temporale: 1994-2023
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

I dati osservativi sono costituiti da date di comparsa di una fase per ogni specie vegetale presente. Tali dati sono stati suddivisi per specie e fase fenologica. Per ogni coppia specie/fase è disponibile quindi una serie di valori annuali. Per ogni serie si sono stimati i coefficienti di regressione lineare (con il metodo dei minimi quadrati) e il valore di significatività del test di Mann-Kendall per la tendenza. Sono state considerate tutte le serie con almeno 20 anni di osservazione nel periodo 1994-2023.

Considerata la stretta dipendenza della fenologia di molte piante terrestri dalla temperatura, e alla luce degli scenari climatici futuri, che prevedono anche nel migliore dei casi un riscaldamento, la variazione – in generale l’anticipo delle fasi – è destinata ad accentuarsi. La diversa risposta fenologica tra categorie trofiche potrebbe inoltre portare in futuro a disaccoppiamenti con gravi ripercussioni a livello ecosistemico.