Deficit traspirativo in ambienti naturali

L’effetto combinato dei trend di temperatura e precipitazione ha determinato un progressivo incremento delle zone secche in tutto il territorio nazionale a partire dal 1961.

I cambiamenti climatici hanno un profondo effetto sulla struttura e sulle funzioni degli ecosistemi, influenzandone composizione, produttività, capacità di regolazione dei cicli biofisici e biochimici e caratteristiche radiative dei suoli. Incrementi dell’aridità e di fenomeni meteorologici estremi come siccità e precipitazioni intense, influenzano gli ecosistemi modificando i rapporti di competizione tra gli organismi con possibile perdita di biodiversità e riflettendosi sulle altre proprietà degli ecosistemi e dei servizi forniti. I cambiamenti climatici possono esacerbare i processi di degrado attraverso complessi e inediti meccanismi di retroazione del sistema suolo-vegetazione acqua.

L’aumento della temperatura può alterare la struttura e le funzioni degli ecosistemi attraverso una più elevata domanda evapotraspirativa ed una maggiore frequenza e intensità dei fenomeni siccitosi e degli stress termici, ma la disponibilità di acqua dipende anche dalle caratteristiche del suolo.

Foto: Alberto Villani (ARPA FVG)

Il deficit traspirativo della vegetazione è funzione della temperatura e della precipitazione, ma anche della tipologia del terreno, del tipo vegetazionale e dello strato del terreno esplorato dalle radici.

Lo scopo dell’indicatore è stimare lo stato idrico degli ambienti naturali affetti dai cambiamenti climatici ed evidenziarne eventuali trend. Fornisce infatti una stima della quantità d’acqua di cui la vegetazione esaminata è carente nel periodo considerato e che determina uno stress idrico con conseguenze sul ciclo di crescita e riproduttivo ed eventuale deperimento.

Tutti i trend mostrano valori positivi, segno di un aumento del deficit traspirativo sia durante l’estate che durante l’intero anno. Inoltre, la significatività di questi trend è quasi sempre molto alta: di conseguenza, rispetto ad altri output dei bilanci idrici, il segnale di questo indicatore è più evidente e meglio collegato al cambiamento climatico. La significatività dei trend individuati da tale indice risulta bassa solo in condizioni di piovosità cumulata molto più elevata rispetto alla richiesta evapotraspirativa e dove, conseguentemente, la siccità è un’evenienza improbabile.

Contatti: 

Andrea Cicogna – ARPA FVG                                                                                                                                                                                 andrea.cicogna@arpa.fvg.it 

 

L’indicatore stima lo stress idrico della vegetazione. Tutti i trend mostrano valori positivi, segno di un aumento del deficit traspirativo durante l’estate fino a +17 mm/decennio e durante l’intero anno fino a +22 mm/decennio.

L’analisi di significatività dei trend osservati dimostra che il trend dell’indicatore ha quasi sempre una significatività superiore al 95 % (in molti casi anche > al 99 %). Il segnale di questo indicatore è più evidente e meglio collegato al cambiamento climatico rispetto ad altri indicatori che possono essere ottenuti tramite l’elaborazione dei bilanci idrici.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: I dati sono di proprietà di ARPA FVG e in parte sono stati pubblicati. I dati non pubblicati possono essere richiesti direttamente ad ARPA  FVG – S.O.C. OSMER e GRN.
  • Unità di misura: mm
  • Copertura spaziale: Regionale
  • Copertura temporale: 1961-2015
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale o stagionale

Tutti i trend mostrano valori positivi, segno di un aumento del deficit traspirativo sia durante l’estate che durante l’intero anno. Inoltre, la significatività di questi trend è quasi sempre molto alta: di conseguenza, rispetto ad altri output dei bilanci idrici, il segnale di questo indicatore è più evidente e meglio collegato al cambiamento climatico. La significatività dei trend individuati da tale indice risulta bassa solo in condizioni di piovosità cumulata molto più elevata rispetto alla richiesta evapotraspirativa e dove, conseguentemente, la siccità è un’evenienza improbabile.

Gli scenari di cambiamento climatico per il decennio 2041-2050 nella regione Mediterranea prevedono ulteriormente in aumento l’estensione delle zone secche in Italia, determinando un incremento diretto dell’evapotraspirazione potenziale e del fabbisogno idrico sia della vegetazione naturale sia delle colture agrarie.

L’effetto combinato delle variazioni delle temperature e delle precipitazioni porterà ad un incremento delle condizioni di aridità su quasi tutto il territorio nazionale.

In Friuli Venezia Giulia, i cambiamenti osservati nelle diverse componenti del ciclo dell’acqua hanno come diretta conseguenza un aumento dei giorni in cui le coltivazioni subiscono uno stress idrico e un aumento del deficit evapotraspirativo in particolare nei mesi estivi. Complessivamente, in pianura, nello scenario RCP 8.5 il periodo di stress idrico delle colture potrebbe aumentare anche di 5/6 giorni nel periodo 2071-2100. La diminuita disponibilità di acqua per la vegetazione non riguarda però la sola agricoltura, ma coinvolge anche parte del territorio montano e dunque il patrimonio boschivo.