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  7. Salinità superficiale del mare (Friuli Venezia Giulia)

Salinità superficiale del mare

Le variazioni di precipitazioni e apporti di acqua dolce impattano direttamente sulla salinità del mare; mentre saranno da verificare gli effetti a lungo termine dell’aumento di temperatura su aree a scarso battente.

Il cambiamento globale impatta sull’ambiente marino attraverso l’aumento delle temperature superficiali e la stratificazione più marcata e profonda delle masse d’acqua con mortalità massive di organismi bentonici, minor connessione fra ambienti profondi e costieri e alterazione di: cicli biogeochimici (cambiamenti nel metabolismo microbico); distribuzione/impatti dei contaminanti; fenologia di specie animali e vegetali (aumento della vulnerabilità e dei tassi di estinzione); reti trofiche (processi di produzione/consumo); struttura e distribuzione di comunità planctoniche e bentoniche. Ciò porta a una crescita della componente microbica (aumento dei fenomeni epidemiologici) e a un possibile ingresso di specie non indigene.

Le alterazioni delle componenti climatiche possono generare modifiche delle precipitazioni e dei deflussi fluviali con conseguenti variazioni della salinità superficiale dei mari, incidendo sull’ubicazione dell’habitat di diverse specie.

Foto: Denis Guiatti (ARPA FVG)

L’elaborazione effettuata evidenzia i valori medi annuali e il trend di variazione annuo dell’indicatore, il quale ha lo scopo di valutare l’alterazione delle caratteristiche e dei processi chimico-fisici (evaporazione, apporto acque dolci).

La misura della salinità è caratterizzata da una notevole variabilità mensile in quanto tale parametro viene influenzato dagli apporti di acque dolci.

Considerando il trend delle medie annuali dal 1999 al 2020 (Fig. 1) si evince una tendenza negativa significativa confermata dall’applicazione del Mann-Kendall test (s=-64; p(no trend)=0,016782). Tale risultato appare in contrasto con quanto riportato nella letteratura scientifica. Infatti, un aumento della salinità superficiale nel sistema del Nord Adriatico è stato già evidenziato analizzando serie storiche di dati a scala pluridecennale (Giani et al 2012 e riferimenti), come conseguenza della riduzione degli apporti fluviali e del ricambio di acqua con l’Adriatico Centrale.

Contatti:

Alessandro Acquavita – ARPA FVG                                                                                                                                                                      alessandro.acquavita@arpa.fvg.it 

In base all’elaborazione effettuata, nel periodo 1999-2020 la salinità superficiale dell’acqua di mare nel Golfo di Trieste evidenzia una marcata variabilità interannuale e un trend in diminuzione significativo nel periodo considerato, diversamente da quanto emerso in altre ricerche, condotte a scala temporale pluridecennale, che evidenziano un aumento della salinità superficiale nel sistema del Nord Adriatico.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: I dati sono di proprietà di ARPA FVG e in parte sono stati pubblicati. I dati non pubblicati possono essere richiesti direttamente ad ARPA  FVG – S.O.C. Stato dell’Ambiente – Qualità Acque Marine e di Transizione.
  • Unità di misura: Psu (Practical Salinity Units), corrispondente al rapporto tra la conduttività di un campione di acqua di mare e quella di una soluzione standard di KCl formata da 32,4356 grammi di sale disciolti in 1 kg di soluzione a 15 °C. I rapporti sono adimensionali e 35 psu equivalgono a 35 grammi di sale per chilogrammo di soluzione (Unesco 1985).
  • Copertura spaziale: Regionale
  • Copertura temporale: 1999-2020
  • Periodicità di aggiornamento: L’indicatore può essere aggiornato con cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale.

I dati di salinità provengono dalle misure effettuate con sonda multi parametrica lungo la colonna d’acqua, a partire dalla superficie sino al fondo. In questo contesto sono stati considerati i dati superficiali raccolti in 5 siti del Golfo di Trieste dal 1999 al 2020. I dati sono stati mediati per ogni serie di campionamento ad intera scala di bacino (comprendono tutti i siti). Il trend positivo o negativo e la sua significatività sono stati calcolati applicando il Mann-Kendall trend test.

I cambiamenti indotti dal riscaldamento globale in atto possono avere importanti conseguenze dirette/indirette sugli ecosistemi marini e sulla vita umana. Allo stato attuale è evidente che diversi ecosistemi si stanno degradando e stanno perdendo la loro capacità di produzione sia di beni che di servizi. Poiché il 61% dei servizi ecosistemici deriva dagli ecosistemi costieri (gli ecosistemi profondi, nonostante la loro estensione, sono ancora esclusi dalla stima complessiva di beni e servizi forniti dagli ecosistemi marini), è necessaria un’azione immediata per preservare il loro sviluppo e il loro uso sostenibile.