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Indice di consistenza degli accumuli di grasso durante la migrazione primaverile

Il Sahel svolge un ruolo fondamentale per gli uccelli migratori afro-paleartici: è qui che si trovano le aree di sosta più importanti dove accumulare le riserve di energia (grasso sottocutaneo) necessarie ad attraversare Sahara e Mediterraneo in primavera. L’impatto del clima sull’ingrassamento è mediato dalla risposta degli ecosistemi del Sahel (es. desertificazione/greening) al riscaldamento climatico, di concerto con i cambiamenti di uso del suolo.

Per i migratori Europei è vitale che l’accumulo di grasso avvenga in quantità, tempi e luoghi appropriati, perché ciò ha un effetto sulla sopravvivenza a breve termine e sul successo riproduttivo. I cambiamenti climatici riducono la prevedibilità nel tempo e nello spazio delle risorse trofiche del Sahel, rendendo difficile per i migratori accumulare il grasso necessario per migrare, anche a fronte di cambiamenti delle condizioni nel Sahel e dell’arretramento verso sud delle foreste equatoriali.

I cambiamenti climatici e ambientali provocano l’alterazione nel tempo e nello spazio della disponibilità di risorse trofiche. La scomparsa o la degradazione dei siti di alimentazione nel Sahel si può ripercuotere sull’ingrassamento e quindi sulla mortalità e sul successo riproduttivo in Europa.

Foto: Gaia Bazzi (ISPRA)

L’indice è basato sull’analisi della consistenza dei depositi di grasso nei migratori inanellati presso i primi siti europei di arrivo dall’Africa nell’ambito del Progetto Piccole Isole, coordinato da ISPRA. Lo scopo dell’indicatore è di valutare la capacità dei migratori a lungo raggio di adattarsi all’alterazione nel tempo e nello spazio delle risorse trofiche nel Sahel, utilizzate per attraversare Sahara e Mediterraneo in primavera e che incidono sullo stato di conservazione delle popolazioni italiane ed europee attraverso un meccanismo mediato da sopravvivenza e successo riproduttivo.

Nessuna delle specie mostra una variazione del numero relativo di uccelli magri in passaggio sull’Italia durante la migrazione primaverile, che sembra essere per alcune specie principalmente in relazione con le condizioni meteo di Europa e Nord Africa (winter NAO index). È possibile che il pattern osservato sia dovuto ad un adattamento ai cambiamenti in atto, oppure potrebbe essere il risultato del passaggio presso i siti di campionamento di popolazioni con rotte di migrazione e siti di sosta diversi, che si trovano a fronteggiare cambiamenti ambientali dal trend opposto in aree differenti del Sahel e delle zone circostanti.

Contatti: 

Simona Imperio – ISPRA                                                                                                                                                                                      simona.imperio@isprambiente.it 

Jacopo G. Cecere – ISPRA                                                                                                                                                                                     jacopo.cecere@isprambiente.it

 

L’indice si basa sull’analisi della data di migrazione di 221.713 individui appartenenti a 5 specie di uccelli.

I dati sono stati raccolti presso 26 siti italiani in un arco temporale di 29 anni (1988-2016) nell’ambito del Progetto Piccole Isole coordinato da ISPRA. Nessuna delle specie mostra una variazione del numero relativo di individui magri. Ciò potrebbe indicare un adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici o l’impossibilità di distinguere effetti che agiscono in maniera opposta in aree diverse dell’Africa sub-Sahariana.

  • Fonte e accessibilità dei dati di base: Banca dati inanellamento uccelli, gestita dalla Sezione Inanellamento Uccelli, Area BIO-AVM di ISPRA.
  • Unità di misura: Numero di uccelli magri sul totale/anni
  • Copertura spaziale: Nazionale
  • Copertura temporale: 1988-2016
  • Periodicità di aggiornamento: Annuale

L’indice è attualmente calcolato su 5 specie di uccelli: Beccafico, Balia nera, Codirosso comune, Usignolo, Cannaiola. Per ognuna è stato costruito un modello (GLMM) del numero uccelli magri/totale per ogni sito di cattura, con fattori fissi: Anno; Winter NAO index, indice meteorologico che influenza la vegetazione e quindi le risorse trofiche; precipitazioni nel Sahel nell’inverno precedente la cattura, che influenzano la vegetazione e quindi le risorse trofiche. Il sito di cattura è stato inserito come fattore random e l’anno anche come random-slope (rimossa se non significativa).

Gli uccelli possono rispondere al deterioramento dei siti di sosta modificando il comportamento migratorio e la fisiologia solo fino a un certo limite, oltre il quale la mortalità aumenta e le condizioni all’arrivo ai siti di nidificazione peggiorano, con conseguenze negative sul successo riproduttivo. Inoltre, se la disponibilità di cibo nei siti di sosta diminuisce, il tempo impiegato per la deposizione del grasso aumenta, provocando un ritardo nell’arrivo ai quartieri riproduttivi in Italia e resto d’Europa e accrescendo la probabilità di incorrere in un altro effetto negativo del cambiamento climatico, l’ecological mismatch. Si prevede che in futuro, se le alterazioni climatiche e ambientali nel Sahel (e in generale nell’Africa sub-Sahariana) persisteranno, si osserverà un aumento della mortalità durante le migrazioni e una riduzione del successo riproduttivo in Italia e in generale in Europa, dovute alle peggiori condizioni all’arrivo al nido e all’ecological mismatch. È plausibile che tutto ciò porti a un peggioramento dello stato di conservazione degli uccelli migratori, già non ottimale.